Disturbo oppositivo-provocatorio

Disturbo oppositivo-provocatorio
Modalità di comportamento negativistico, ostile e provocatorio che dura da almeno 6 mesi, durante i quali si presentano almeno 4 dei seguenti sintomi (secondo il DSM-IV-R): atteggiamenti collerici, litigi con adulti, sfida aperta degli adulti, atteggiamento irritante, accusa agli altri dei propri errori, suscettibilità, tendenza a portare rancore, tendenza a vendicarsi. Questi sintomi vanno al di là della norma per intensità e durata, causano una compromissione del funzionamento sociale, scolastico o lavorativo e non sono attribuibili a un disturbo psicotico o dell'umore, né a un disturbo della condotta o antisociale di personalità. L'esordio è entro gli 8 anni e comunque non più tardi dell'adolescenza. Va distinto dal normale comportamento negativistico del bambino tra i 18 e i 24 mesi. All'esame clinico spesso non si evidenzia il disturbo, presente invece a livello relazionale, soprattutto con adulti. Può evolvere in disturbo dell'umore, abuso di sostanze e disturbo della condotta. La patogenesi è multifattoriale. Dal punto di vista psicoanalitico, vengono implicati conflitti irrisolti nella fase anale. Dal punto di vista comportamentale, si tratta di un comportamento appreso rinforzato per controllare le figure di autorità. Nei geDisturbo oppositivo-provocatorio
Modalità di comportamento negativistico, ostile e provocatorio che dura da almeno 6 mesi, durante i quali si presentano almeno 4 dei seguenti sintomi (secondo il DSM-IV-R): atteggiamenti collerici, litigi con adulti, sfida aperta degli adulti, atteggiamento irritante, accusa agli altri dei propri errori, suscettibilità, tendenza a portare rancore, tendenza a vendicarsi. Questi sintomi vanno al di là della norma per intensità e durata, causano una compromissione del funzionamento sociale, scolastico o lavorativo e non sono attribuibili a un disturbo psicotico o dell'umore, né a un disturbo della condotta o antisociale di personalità. L'esordio è entro gli 8 anni e comunque non più tardi dell'adolescenza. Va distinto dal normale comportamento negativistico del bambino tra i 18 e i 24 mesi. All'esame clinico spesso non si evidenzia il disturbo, presente invece a livello relazionale, soprattutto con adulti. Può evolvere in disturbo dell'umore, abuso di sostanze e disturbo della condotta. La patogenesi è multifattoriale. Dal punto di vista psicoanalitico, vengono implicati conflitti irrisolti nella fase anale. Dal punto di vista comportamentale, si tratta di un comportamento appreso rinforzato per controllare le figure di autorità. Nei genitori si evidenziano preoccupazioni relative al controllo, al potere e all'autonomia. La terapia è di tipo psicoterapeutico individuale, con consulenza ai genitori. Il punto di vista comportamentale si focalizza sull'attenzione sul rinforzo selettivo e la lode del comportamento appropriato e sull'ignorare il comportamento non desiderato. Il rapporto terapeutico pone particolare attenzione al rispetto per l'individualità e l'autonomia del paziente.
nitori si evidenziano preoccupazioni relative al controllo, al potere e all'autonomia. La terapia è di tipo psicoterapeutico individuale, con consulenza ai genitori. Il punto di vista comportamentale si focalizza sull'attenzione sul rinforzo selettivo e la lode del comportamento appropriato e sull'ignorare il comportamento non desiderato. Il rapporto terapeutico pone particolare attenzione al rispetto per l'individualità e l'autonomia del paziente.