Discinesia tardiva
Discinesia tardiva
Sindrome, potenzialmente irreversibile, rappresentata da movimenti discinetici, involontari, che si sviluppa per lo pi ù in pazienti trattati con antipsicotici convenzionali (neurolettici di prima generazione). Sebbene la prevalenza di d.t. sembri essere maggiore nelle persone anziane, soprattutto di sesso femminile, non è possibile stabilire all'inizio del trattamento quali soggetti siano pi ù proni a sviluppare tale patologia. La patogenesi pare correlarsi a un'ipersensibilit à dei recettori dopaminergici, dovuta a un protratto blocco funzionale esercitato dai neurolettici e, quindi, a una sensibilizzazione della risposta alla dopamina endogena a livello dei circuiti extrapiramidali. Dati di letteratura correlano direttamente la comparsa della d.t. con la durata del trattamento antipsicotico e con la dose cumulativa di neurolettico assunta o con la potenza di blocco antidopaminergico del neurolettico stesso. Tuttavia, sono stati descritti casi di d.t. esordita dopo brevi periodi di trattamento e bassi dosaggi di antipsicotici. Non esiste a tutt'oggi un trattamento considerato efficace: lo stesso trattamento neurolettico pu ò ridurre, almeno parzialmente, la sintomatologia, mascherandone l'evoluzione, al punto che la sintomatologia discinetica pu ò peggiorare a fronte di una brusca sospensione del trattamento. L'utilizzo di antipsicotici atipici, quali ad esempio la clozapina, sembra non solo ridurre la comparsa di d.t., ma anche rappresentare un valido trattamento sintomatico. Errore terapeutico, purtroppo diffuso in passato, è stato l'impiego di farmaci anticolinergici che possono aggravare la sintomatologia interferendo negativamente sul rapporto dopamina-acetilcolina, favorendo un ulteriore sbilanciamento a favore del sistema dopaminergico gi à sensibilizzato.