Discinesia

Discinesia
Alterazione del movimento volontario o involontario, derivante da un'alterazione del sistema extrapiramidale. Si distinguono le ipocinesie (fino allo stato di acinesia) e le ipercinesie. Nelle prime sono evidenti una ridotta iniziativa motoria, un rallentamento degli atti volontari (con interferenza sia sulla scrittura sia sull'articolazione della parola), un'alterazione dei movimenti involontari consistente in riduzione dei movimenti associati (ad es.: pendolamento degli arti superiori) e dei movimenti reattivi ed espressivi. Per acinesia si intende la povertà del movimento volontario con lentezza a iniziarlo, per bradicinesia la lentezza del movimento volontario. Le ipercinesie sono, invece, movimenti involontari abnormi che comprendono:
a) i movimenti coreici: improvvisi, bruschi con continue variazioni di ampiezza e intensità, scompaiono nel sonno, possono interessare solo una metà del corpo, distretti muscolari segmentari monolaterali o gruppi muscolari bilaterali. Sono il sintomo principale delle coree di Sydenham e di Huntington;
b) i movimenti atetosici: lenti, tentacolari, tortuosi, in specie agli arti superiori e delle mani;
c) il tremore extrapiramidale: consiste in movimenti involontari, ritmici, uniformi, più frequenti nei segmenti distali degli arti superiori. È un tremore di posizione, presente cioè quando l'arto è mantenuto in una posizione che richiede un'innervazione attiva. Scompare nei movimenti ampi, si accentua nei movimenti fini;
d) i tic: movimenti involontari rapidi, improvvisi, dominabili con difficoltà dalla volontà, accentuati da particolari condizioni emotive;
e) gli spasmi di torsione: involontarie contrazioni muscolari spastiche che determinano una torsione del capo, del collo, degli arti o di segmenti del tronco;
f) i movimenti ballici: involontari, improvvisi, ampi, afinalistici e di particolare violenza, interessano specialmente i muscoli dei cingoli e quelli prossimali degli arti e consistono in improvvise flesso-estensioni, circumduzioni, antero- e retro-pulsioni. Si riducono, ma non sempre scompaiono, nel sonno e sono accentuati dalle emozioni.
Una forma particolare è la d. tardiva che si verifica in pazienti trattati cronicamente con neurolettici, rappresentando il più grave tra gli effetti collaterali extrapiramidali di tale classe di farmaci. I sintomi possono manifestarsi sia durante il trattamento, sia dopo la sospensione (d. da sospensione). Si manifestano con la presenza di movimenti involontari discinetici a carico della muscolatura della bocca, delle labbra e della lingua e talora anche degli arti e del tronco. Tale sintomatologia si attenua o scompare nel sonno e si accentua in condizioni di particolare tensione emotiva. Fattori di rischio per tale disturbo sono l'età superiore ai 50 anni, il sesso femminile e un'esposizione prolungata ai neurolettici. Il decorso prevede forme a evoluzione favorevole, più rare, e forme ad andamento progressivo sfavorevole (d. irreversibile). Non esistono trattamenti farmacologici che abbiano dato risultati soddisfacenti. L'approccio farmacologico si basa sostanzialmente sull'ipotesi che la d. tardiva sia il risultato di un'iperattività dopaminergica con conseguente ipoattività colinergica. Pertanto, nella pratica clinica risulta determinante soprattutto adottare strategie preventive per ridurne il rischio di comparsa (utilizzo dei neurolettici solo in casi strettamente necessari, utilizzo della dose minima efficace, limitazione del tempo di trattamento, evitare l'utilizzo non indispensabile degli anticolinergici, sospendere precocemente il trattamento ai primi segni discinetici).