Conflitto psichico

Conflitto psichico
Concetto inteso come l'insieme delle reazioni, tendenzialmente incompatibili, che blocca o arresta la traduzione in atto di una risposta.
1) Psicoanalisi. In tale ambito il c.p. è colto quale contrapposizione tra istanze interne divergenti, essenzialmente tra i bisogni antitetici, protagonisti del complesso di Edipo, tra le differenti istanze psichiche, come l'Es e l'Io, ad esempio, tra pulsioni distinte, tra difese e desideri. Freud ha sottolineato il rapporto privilegiato tra il c.p. e la sessualità, fondamentalmente nella situazione edipica, cogliendo nella relazione con l'attività sessuale il dato strutturale debole dell'Io. Inoltre, sin dalle sue origini, la psicoanalisi ha fatto del c.p. l'elemento centrale della teoria della nevrosi. Il sintomo nevrotico viene descritto da Freud come il risultato di un accordo tra due rappresentazioni opposte, ove il conflitto, la rimozione e la sostituzione, sotto forma di creazione di compromesso, rappresentano il processo individuabile in ogni sintomo nevrotico e in tutti quei fenomeni come sogni, atti mancati e ricordi-schermo. Tre sono le ipotesi proposte dalla teorizzazione freudiana in riferimento ai termini coinvolti nel c.p., il cui elemento comune è rappresentato dalla tesi che la sessualità sia un termine del c.: 1) la prima è relativa alla contrapposizione tra principio di piacere e di realtà, controllati dalla rimozione; 2) la seconda ingloba l'antitesi tra le pulsioni dell'Io, o di autoconservazione, e le pulsioni sessuali; 3) la terza riconduce il c. al dualismo tra pulsioni di vita e pulsioni di morte, tra Eros e Thanatos, ove ambedue i tipi distinti sin dal primo nascere della vita agirebbero e lavorerebbero l'uno contro l'altro (Al di là del principio del piacere, 1923). Il c. può essere manifesto, nel caso di sentimenti contrastanti, oppure latente: in questo secondo caso, peculiare della nevrosi, i dati del c. manifesto esprimono soltanto una deformazione dei dati reali del c. latente, che si esprimono concretizzandosi in sintomi, alterazioni del carattere, disturbi della condotta.
2) Psicologia individuale. A occuparsi di nevrosi conflittuale è Adler (1912), alla base della quale pone un senso di inferiorità dell'individuo correlato a una sua marcata asocialità. L'autore si riferisce a quegli atteggiamenti la cui causa va ricercata nell'evidente opposizione ambientale, mantenuta da giudizi critici che preservano la nevrosi conflittuale dal delirio vero e proprio.
3) Psicologia cognitivista. Il c. è stato esplicato in tale ambito in termini di dissonanza cognitiva tra la rappresentazione mentale del soggetto e le sue disposizioni comportamentali in contrasto con essa.