Compensazione

Compensazione
In ambito psicologico è un meccanismo di autoregolazione e difesa atto a mantenere una adeguata omeostasi psichica. Se non esistessero i meccanismi di c. la personalità del soggetto tenderebbe a squilibrarsi in modo eccessivo. Ne è un esempio il tentativo inconscio del malato di compensare la menomazione o l'inferiorità imposte dalla stessa malattia con altre attività o con un altro comportamento più gratificante in un campo differente, nel quale spera di riuscire.
Adler parla della c. come di una delle modalità che un individuo utilizza per superare il suo sentimento di inferiorità che, però, spesso diventa artificio nevrotico. L'individuo che si sente inadeguato e imperfetto, per c. si autoinganna creandosi uno stile di vita fittizio e nevrotico. Questo sforzo psichico compensatorio si svolge spesso per poter superare le situazioni difficili della vita su nuove vie alternative ed appare abbastanza esperto ad adempiere in modo meraviglioso allo scopo di mascherare anche un deficit di cui si ha la sensazione. Il modo più diffuso con cui si tenta di nascondere un senso di inferiorità nato nella prima infanzia consiste nella costruzione di una sovrastruttura psichica compensatoria, che tenta, nel modus vivendi nervoso, di riacquistare nella vita la superiorità e un punto d'appoggio con disposizioni e sicurezze in pieno esercizio (Prassi e teoria della psicologia individuale, 1920). Adler prende in prestito la formula di Nietzsche volontà di potenza per far riferimento alle spinte energetiche tendenti a travalicare i sentimenti di inadeguatezza. Basilare è il concetto di inferiorità d'organo, con cui Adler fa riferimento a oggettive inferiorità fisiche o handicap da cui partono spinte che non devono essere concepite come semplici pulsioni, ma come una generale reazione alla frustrazione. Ne consegue una c. di tipo adattativo. La c. non è sempre necessariamente patologica. Si parla, infatti, di c. positiva quando la persona tenta di ristabilire un equilibrio con sentimento sociale, di c. negativa quando si vuole ripristinare un equilibrio mancato non avvalendosi di sentimento sociale e, dunque, dominando e danneggiando gli altri. In tal caso si parla di supercompensazione.