Cerebrale
Cerebrale [corteccia]
Strato esterno degli emisferi cerebrali denominata anche, per il suo colore, sostanza grigia, composta in prevalenza di cellule, a differenza della sostanza bianca sottostante formata da fibre. Gli emisferi sono separati da un'ampia fessura longitudinale in emisfero destro, che controlla le funzioni del lato sinistro del corpo, e in emisfero sinistro, che controlla le funzioni del lato destro. Ogni emisfero si divide in quattro lobi: frontale, parietale, occipitale e temporale che sono sede di funzioni localizzate che possono essere isolate topograficamente e indicate come aree corticali; queste quando sono compresse da tumori o danneggiate da traumi o malattie, determinano l'alterazione o la scomparsa delle funzioni corrispondenti. Le aree corticali sono le seguenti.
1) Area elettromotoria. È collocata nella parte frontale del lobo parietale e controlla tutti i movimenti del corpo che è rappresentato, come su una mappa di proiezione, in modo capovolto, per cui le informazioni che partono dalle estremit à inferiori del corpo sono ricevute da cellule che si trovano alla sommit à della testa, mentre le informazioni derivanti dalle parti superiori vengono elaborate la limite inferiore dell'area. L'area di corteccia che ha a che fare con zone particolari del corpo non dipende dalle dimensioni, ma dalla sensibilit à di una zona. Lesioni in quest'area producono paralisi locali.
2) Area somatosensitiva. È collocata nel lobo parietale, separata dall'area elettromotoria dalla scissura centrale che scende lateralmente dalla sommit à in direzione degli orecchi. D à origine ad esperienze sensoriali secondo quello schema proiettivo invertito per cui le estremit à inferiori del corpo sono rappresentate nella parte superiore dell'area dell'emisfero opposto, mentre quelle superiori sono rappresentate dalla parte inferiore. Un trauma o una malattia nell'area somatosensitiva causa dei disturbi nei processi sensoriali, come l'incapacit à di indicare a occhi chiusi la posizione delle proprie membra, o di riconoscere gli oggetti con il tatto, ma raramente una completa anestesia.
3) Area visiva. È collocata nel lobo occipitale, dove le cellule ricevono i dati che arrivano dalle cellule fotosensibili della retina dell'occhio. La risposta delle cellule varia in base alla posizione delle zone scure e dei fasci luminosi che appaiono nel campo visivo. Ad esempio: alcune cellule reagiscono a una striscia luminosa posta orizzontalmente, ma non a strisce che presentano una diversa inclinazione; altre reagiscono solo a fasci di luce verticale, per cui ne deriva che quest'area, oltre alle zone luminose, è in grado di percepire anche la forma e il movimento.
4) Area uditiva. È collocata nel lobo temporale e riceve le informazioni fornite dall'orecchio. Ambedue gli orecchi sono rappresentati su entrambi i lati, per cui la perdita di un lobo temporale non ha un'eccessiva incidenza sull'udito. Esiste, inoltre, un'ulteriore differenziazione topografica per cui una parte è sensibile ai toni alti e una a quelli bassi.
5) Area del linguaggio. Il linguaggio è un fenomeno troppo complesso per essere risolto in termini di pura e semplice localizzazione. Nel 1865, Paul Broca individu ò nella parte inferiore della circonvoluzione frontale, la pi ù bassa delle tre circonvoluzioni cerebro-frontali, un'area, che prese il nome di area di Broca, responsabile del controllo della lingua, delle mascelle e dell'articolazione della parola. In seguito fu localizzata l'area di Wernicke o centro verbo-acustico. L'una e l'altra si trovano nell'emisfero sinistro per i destrimani, mentre per i mancini si trovano nell'emisfero destro, in questo caso dominante.
6) Aree di associazione. Sono cos ì chiamate quelle aree non direttamente connesse con processi sensomotori, che coordinano funzioni come l'apprendimento, la memoria e il pensiero, che coinvolgono pi ù di un sistema sensoriale. Le aree di associazione aumentano nella loro estensione a mano a mano che si sale nella scala filogenetica. Come ha mostrato Milner soggetti umani affetti da lesioni ai lobi frontali possono svolgere numerose funzioni intellettuali, ma mostrano un deficit quando è in gioco un differimento della risposta o quando è necessario passare di frequente da un metodo di lavoro a un altro. Lashley, a seguito di esperimenti condotti sui topi, formul ò la teoria dell'azione di massa, secondo la quale, per quanto riguarda l'apprendimento di problemi difficili, l'effetto della lesione corticale dipende dalla quantit à e non dalla posizione del danno. Conferma questa che le aree di associazione, a differenza di quelle di proiezione, non sono precisamente localizzabili. Sebbene non siano ancora del tutto note le funzioni delle aree di associazione, sappiamo che queste sono deputate all'organizzazione e al controllo delle attivit à destinate a coordinare l'azione globale del sistema nervoso, regolando e dirigendo il flusso di informazioni nel sistema totale.