Carattere
Carattere
Dal greco karasso, che letteralmente significa incidere , è l'insieme delle doti individuali e delle disposizioni psichiche che distinguono un individuo. È stato definito il modo costante e abituale di reagire proprio di ciascuna persona; l'insieme delle pi ù stabili disposizioni individuali, oppure la sintesi delle tendenze affettive che dirigono le reazioni del soggetto verso le condizioni dell'ambiente in cui vive. Il c. si costituisce come la risultante fra le disposizioni innate (temperamento) e l'effetto su di queste esercitato dall'ambiente, inteso come ambiente fisico, affettivo, sociale, educativo e culturale. Il concetto di c. è, quindi, pi ù ampio di quello di temperamento e pi ù ristretto di quello di personalit à. Nell'ambito della letteratura psichiatrica e psicologica, si ritrovano trattazioni sul c. in diversi autori. Il fenomenologo Jaspers, nella sua Psicopatologia generale (1913), afferma che il c. è l'aspetto comprensibile del nucleo incomprensibile in cui è racchiusa l'essenza di ogni individuo. Freud, nella trattazione delle varie fasi dello sviluppo libidico nel bambino, associa a ciascuna di esse un insieme di caratteristiche, presenti anche pi ù tardi nello sviluppo dell'uomo, che definisce carattere . Pertanto, il carattere orale è contraddistinto dalla fissazione alla fase orale e dunque alla gratificazione o meno delle prime necessit à alimentari che influenzer à la modalit à ottimistica o pessimistica, fiduciosa o meno, di affrontare il mondo; il carattere anale, correlato al periodo di apprendimento del controllo sfinterico, è correlato con i tratti di ostinazione, parsimonia e ordine; il carattere fallico è contraddistinto da una sicurezza di s é correlata alle componenti narcisistiche e a una sessualit à orientata alla dimostrazione di potenza; il carattere genitale viene introdotto da Freud per completare uno schema, quale termine ideale raggiunto con il superamento delle dipendenze infantili e l'acquisizione della capacit à di soddisfare le proprie esigenze tenendo conto di quelle degli altri. Ancora Freud parla di carattere isterico, riferendosi a un quadro psicopatologico caratterizzato da un'importante labilit à emotiva, forte suggestionabilit à, comportamenti poco controllati; e ancora di carattere ossessivo, quando l'individuo è estremamente controllato, guardingo, sospettoso, costantemente rigido. Anche secondo Klein possiamo ritrovare, nel c. adulto, nuclei delle posizioni schizoparanoide e depressiva che caratterizzano la prima infanzia. Adler ritiene che il c. risulti dal conflitto tra volont à di potenza, forza motrice che opera a livello conscio e inconscio per l'affermazione individuale e sentimento sociale, caratterizzato dal bisogno di cooperazione. L'ambiente socioculturale, le circostanze della vita e l'utilizzo dei meccanismi di difesa contribuiscono ulteriormente a delineare il c. dell'individuo. Reich attribuisce la formazione del c. all'interazione di due principi, uno endogeno, l'energia sessuale o libido, matrice vitale dell'organismo vivente; l'altro esogeno, derivante dall'ordinamento sociale, cio è dall'educazione, dalla morale e dalle regole che, in ultima analisi, derivano dalla struttura economica della nostra societ à e dalle esigenze a questa correlate. Il c. dipende dalle modalit à adottate dall'individuo per risolvere il conflitto tra i due principi: avremo cos ì il tipo isterico, nervoso, incostante, apprensivo; il tipo coatto, inibito, tendente alla depressione; il tipo fallico-narcisista, sicuro di s é, arrogante, elastico, vigoroso; e il tipo masochista, che percepisce come piacere ci ò che l'individuo normale considera dispiacere. Fromm, considerando il c. come il risultato di un conflitto tra ricerca di sicurezza e bisogno di libert à, presentate come istanze antitetiche, identifica cinque tipi di c.: il parassita o sfruttatore che segue la legge del pi ù forte, dimostrando tratti ostili e manipolativi; il possessivo, che ritiene di essere ci ò che arriva a possedere; il mercantile, che d à importanza al ruolo sociale e alla sua commerciabilit à; il produttivo, meta ultima dello sviluppo storico dell'uomo che, dopo essere passato dal feudalesimo (carattere parassita), al capitalismo (possessivo) e alla borghesia calvinista-puritana (mercantile) tende idealmente a un progresso che comporti un certo grado di sicurezza coesistente con la libert à individuale. In ambito psicopatologico, la pi ù marcata alterazione delle caratteristiche affettive e comportamentali si ritrova nei quadri di disturbo di personalit à, che comprendono caratteristiche riferibili al c. nevrotico quanto a quello prepsicotico nei vari sottotipi presenti nella classificazione proposta dal DSM-IV-R: disturbo paranoide, borderline, narcisista, antisociale, istrionico, evitante-dipendente, ossessivo, schizoide e schizotipico.