Balbuzie
Balbuzie
Disturbo funzionale della comunicazione verbale che si manifesta essenzialmente sul versante espressivo con alterazioni del ritmo della parola. La b. insorge in presenza di interlocutori e, poich é ostacola le relazioni interpersonali, aumenta difficolt à psicologiche preesistenti, spesso di tipo inibitorio, che, a loro volta, causano gravi disagi sociali. Le forme principali della b. sono due: clonica e tonica. Nella forma clonica (stuttering, per gli anglosassoni) predominano le ripetizioni di fonemi e di sillabe (va- va- vado a pa- passeggio c- c- con con mamma), che interessano, in particolare, la prima sillaba della parola della frase; queste, oltre che involontarie e incoercibili, sono anche variabili, in quanto qualsiasi parola pu ò causare il disturbo, a seconda della situazione in cui viene utilizzata o della posizione che occupa nella frase. Nella forma tonica (stammering, per gli anglosassoni), si producono blocchi che non consentono al soggetto di dare inizio all'emissione della parola o ne interrompono il flusso; tali fenomeni hanno durata variabile e, nei casi pi ù gravi, provocano una tensione generalizzata del corpo, con fissit à dello sguardo. Quando il blocco interessa la prima parola di una risposta, l'atteggiamento fisionomico del soggetto si trasforma, per cui sembra che non abbia capito o che non voglia rispondere (ma la mimica testimonia il contrario). In alcuni casi, l'impedimento è cos ì grave che i soggetti possono comunicare solo per iscritto. Nella pratica clinica si incontrano soprattutto forme miste tonico-cloniche, in cui i sintomi dell'una e dell'altra si sommano e si mescolano provocando una notevole disritmia del discorso, che presenta esplosioni, ripetizioni e interruzioni. La struttura melodico-ritmica pu ò risultarne talmente alterata da renderne inintelligibile la parola. Le diverse forme di b. possono presentarsi contemporaneamente o dipendere da alcune situazioni; un particolare turbamento psicologico pu ò favorire la manifestazione della b. tonica. Anche la gravit à del disturbo è molto variabile. Vi sono casi in cui la comunicazione verbale è totalmente impossibile, altri in cui è molto discontinua e altri ancora in cui le difficolt à vengono mascherate da forme espressive di compensazione (per es.: eccesso di ridondanza verbale, giri di parole, termini riempitivi come vero , sicuro , certamente , no etc.). Si tratta di procedimenti di attesa e di avvicinamento , utilizzati anche dai soggetti che non soffrono di b. (seppure in forma meno ripetitiva e continuativa) quando si trovano in difficolt à nel formulare il proprio pensiero in modo adeguato e chiaro. Spesso i soggetti balbuzienti non riescono ad emettere determinate parole o determinati suoni, come, in particolare, i fonemi occlusivi, il cui impedimento si pu ò spiegare con la forte tensione muscolare e la fine regolazione espiratoria che richiede la loro articolazione. In genere, per ò, gli ostacoli non dipendono da reali difficolt à fonetiche, ma sono legati a processi di inibizione psicologica, da cui scaturiscono arresti tonici o condotte verbali dispendiose e, talvolta, contorte (come l'impiego di perifrasi, la ricerca di sinonimi etc.), che servono ad aggirare l'ostacolo e ad evitare la pronuncia della parola o dei suoni proibiti . La b. è molto frequente nei soggetti con ritardo intellettivo. In particolare, ne sono interessati i portatori della sindrome di Down, i quali presentano ipotonia della muscolatura bucco-facciale, difficolt à del controllo respiratorio, labilit à emotiva e, soprattutto, una grave insufficienza linguistica, che non si accompagna, per ò, a riduzione del desiderio di comunicare. In questi soggetti, perci ò, la b. potrebbe spiegarsi pi ù che altro come conseguenza di difficolt à nella transizione pensiero-linguaggio. Tra i balbuzienti esistono anche, in grande percentuale, soggetti precoci e particolarmente vivaci dal punto di vista intellettivo, che in genere, per ò, vivono in ambienti costituiti essenzialmente da adulti, con genitori che li sollecitano continuamente e li stimolano in modo eccessivo. Nei profili psicologici dei soggetti balbuzienti, non si segnalano tratti costanti e specifici. La personalit à, tuttavia, è sovente perturbata, perch é si costituisce su una base di ansia, di emotivit à (talvolta con tendenze nevrotiche) e di successivi condizionamenti, legati alle modalit à di reazione al disturbo. Nell'adolescenza si assiste spesso al rifiuto dei contatti sociali, perch é ai problemi della comunicazione e del linguaggio si aggiungono quelli della crisi puberale, provocando disturbi del carattere, sentimenti di inferiorit à e di colpevolezza, reazioni di aggressivit à etc.; cos ì, nel corso degli anni, tendono ad attuare comportamenti difensivi verso determinati rapporti e situazioni interpersonali: evitano certe persone, di fronte alle quali rimangono in silenzio, oppure certe parole (fobia della parola), che sostituiscono con altre, pensando di poterle emettere pi ù facilmente. Gli adulti spesso sono accentuatamente introspettivi, assai interessati al riconoscimento degli altri e portatori di sentimenti di inferiorit à (anche quando hanno successo).