Attrazione/Repulsione

Attrazione/Repulsione [teoria della]
Questa teoria ricorre, nei vari autori, con diverse denominazioni: approccio-evitamento o elusione, avvicinamento-allontanamento, avversione-appetizione, tutte riconducibili al termine con qualche differenza. Partendo dalle teorie del condizionamento classico e operante di Pavlov e Skinner, è stato messo a punto, in base alla qualità dell'incentivo, un quadro di possibili comportamenti che prevede: a) un comportamento appetitivo attivato dalla comparsa di un incentivo positivo o dall'eliminazione di un incentivo negativo; b) un comportamento avversativo attivato dalla comparsa di un incentivo negativo o dall'eliminazione di un incentivo positivo; c) un comportamento di conflitto con scelta forzata in presenza di incentivi positivi e negativi; d) un comportamento a doppio conflitto in presenza di uno o più incentivi tutti con proprietà ambivalenti.
1) Il conflitto avvicinamento-allontanamento. La situazione conflittuale, che in contesti di complessità è anche la più ricorrente, è stata articolata da Lewin a partire dalla sua teoria del campo, secondo la quale una conflittualità è possibile anche all'interno di quelle situazioni apparentemente semplici, dove gli incentivi presenti sono solo appetitivi o avversativi. Si danno, infatti, casi in cui il campo è strutturato dalle seguenti possibilità: a) avvicinamento-avvicinamento, quando si tratta di decidere tra due alternative ugualmente attraenti; b) allontanamento-allontanamento, quando ci si trova tra due alternative poco attraenti; c) avvicinamento-allontanamento, quando una meta appare ad un tempo piacevole e spiacevole; d) doppio conflitto, in cui si riproduce la situazione precedente, solo che due o più aspetti della meta appaiono contemporaneamente e no.
2) Problemi connessi all'evitamento o elusione. L'evitamento o elusione connota il comportamento avversivo attivato dalla comparsa di un incentivo negativo, o dalla scomparsa di un incentivo positivo. L'evitamento, se riferito a conseguenze spiacevoli o dannose, ha un grande valore adattivo, anche se pone il problema di come un non-evento possa rafforzare un condizionamento.
3) Terapia dell'avversione. Con la soppressione di incentivi positivi e l'introduzione di incentivi negativi, la terapia dell'avversione tende a ridurre fino ad estinguere l'attrazione per un oggetto fisico, un partner sociale, una situazione, un vizio. La psicologia sperimentale è giunta a misurare l'intensità del comportamento avversivo con il gradiente di avversione, che tiene conto delle componenti istintive e di quelle acquisite. Le une e le altre sono interpretate dalla psicoanalisi come meccanismi di difesa per la sicurezza dell'Io. La terapia dell'avversione consiste nel creare un'associazione tra modelli di condotta indesiderati e stimoli sgradevoli, oppure una relazione causa-effetto tra i due. Tale terapia è impiegata nella cura dell'alcolismo, della tossicodipendenza e delle manifestazioni indesiderate della sessualità.