Astenia

Astenia
Dal greco a-sthènos (non-forza), indica la mancanza o perdita di forze relativa ad un determinato organo o apparato, o all'intero organismo. Così ci si può riferire ad un'a. cardiocircolatoria, respiratoria, muscolare, nervosa o psichica. L'a. psichica denota mancanza di energia e, per conseguenza, stanchezza operativa e motivazionale. Il fenomeno può contraddistinguere: a) determinate costituzioni (il cosiddetto habitus longilineo-astenico) relative a soggetti con scarsa resistenza emotiva, a tutto danno delle possibilità di concentrazione e continuità applicativa. Il fenomeno è più evidente nella fase adolescenziale e si attenua solitamente nell'età adulta. I soggetti presentano anche caratteristiche somatiche giustificanti in parte il disturbo: magrezza, ipotensione arteriosa (specialmente ortostatica), visceroptosi (e pertanto lentezza digestiva, stipsi), costanti disturbi sessuali (dall'impotenza, all'eiaculazione precoce, alla frigidità). Le sensazioni di malessere sono più evidenti all'atto del risveglio mattutino, cioè dal passaggio dal clino-all'ortostatismo; b) determinati episodi di interesse psicopatologico, da interpretarsi alla stregua di un ritiro attivo dalla vita di relazione. È il caso della cosiddetta nevrastenia, termine proposto da Beard (1880) con esplicito riferimento all'ipotesi scientistica di cedimenti energetici della cellula nervosa, che invece è di fatto funzionalmente inesauribile. Questa impostazione neurologica è tuttora viva e corrente, così come la denominazione diagnostica, e ne discende la proposta ancora attuale di medicamenti cosiddetti sostitutivi, come i fosforici o stimolanti, tra cui gli stricninici e le anfetamine. Caratteristiche somatiche a parte, i disturbi sono per lo più sovrapponibili a quelli elencati sopra; si aggiungono l'insonnia, la svogliatezza generale, l'indecisione, il vivere in dipendenza di persone o situazioni significative, la tonalità dell'umore a sfondo depressivo.