Associazione

Associazione
Successione di pensieri che affiorano alla mente spontaneamente o a partire da un determinato elemento che funziona da stimolo, cui il soggetto risponde o seguendo delle regole o senza alcun controllo, cioè in maniera dissociata. Il concetto di a. è presente in vari ambiti.
1) Filosofia. Già Platone affermava che il solo sguardo della veste dell'amato richiama pensieri e sentimenti simili a quelli provocati dall'amato stesso. Riprendendo tale concetto Aristotele stabilì le quattro leggi dell'associazione: la somiglianza, per cui due contenuti simili della memoria sono collegati tra loro; il contrasto, che collega due elementi contrapposti; la vicinanza spaziale; la vicinanza temporale. Queste quattro leggi, insieme alla concezione secondo la quale le idee non sono innate ma ricavate dall'ambiente, furono riprese da Locke, per cui la coscienza non è altro che il combinarsi di idee tratte dall'esperienza.
2) Neurofisiologia. In questo ambito gli studi sono rivolti alle aree di associazione che hanno il compito di coordinare determinate funzioni, quali l'apprendimento, la memoria e il pensiero, che coinvolgono più di un sistema sensoriale.
3) Psicologia sperimentale. a) L'apprendimento associativo. La base sperimentale della teoria dell'a. fu inaugurata da Sechenov, il quale spiegò determinati atti psichici e funzionali con meccanismi neurologici che potevano essere dimostrati in laboratorio. Il lavoro di Sechenov consentì a Pavlov di stabilire una corrispondenza tra le associazioni e il condizionamento, che consente ad animali e a uomini di stabilire legami associativi tra stimolo e risposta. Watson ritenne di poter applicare i risultati di Pavlov nel condizionamento del comportamento infantile, scegliendo le influenze ambientali cui sottoporre il bambino. Il lavoro di Pavlov fu ripreso da Skinner, il quale introdusse il concetto di condizionamento operante, dove il legame associativo non è di natura puramente meccanica, ma si compone con l'operazione che l'organismo compie sull'ambiente per raggiungere uno scopo. b) Il test associativo. Galton mise a punto il primo test associativo per classificare i tipi di intelligenza a partire dalle risposte che il soggetto fornisce alla parola stimolo. In base alla lunghezza dei tempi di reazione, alle mancate risposte, alle osservazioni del comportamento, Galton deduceva la modalità specifica di apprendimento dei soggetti e la qualità della loro intelligenza. Successivamente furono costruiti dei test che tenevano presente come parametri le caratteristiche tipiche del legame associativo: la contiguità, l'assimilazione, la frequenza, l'intensità, la durata, la relazione, il grado di conoscenza con cui si cerca di comprendere il meccanismo di apprendimento sia globale sia analitico, l'interferenza della memoria, la generalizzazione della percezione e l'inibizione.
4) Psicoanalisi. A questo livello si parla di libera a. come della regola fondamentale, nel trattamento analitico, per la ricognizione dell'inconscio e l'interpretazione dei sogni. Si chiede al paziente di rinunciare volontariamente, alla censura cosciente e di esprimere liberamente i suoi pensieri, sentimenti, emozioni, sensazioni, idee, senza badare se gli sembrano sgradevoli, insensati o poco rilevanti. Secondo Freud ogni idea che viene in mente al soggetto è sempre un elemento che rinvia ad altri elementi che consentono di scoprire vie associative che l'autore designa con espressioni quali linea, filo, concatenamento, che formano dei punti nodali percorribili seguendo un ordine cronologico. Freud assegna alla scoperta della libera a. l'emancipazione della psicoanalisi dalle metodiche ipnotiche, prima praticate, che non consentivano al paziente una presa di coscienza dei contenuti inconsci che emergevano durante il trattamento. L'esercizio della pratica associativa dimostrò che le libere a. sono tutt'altro che libere e casuali.
5) Psicologia analitica. Jung venne a conoscenza delle idee di Freud quando già aveva messo a punto una tecnica di sperimentazione associativa che lo portò alla conclusione che esiste un nesso costante tra a., affetto e carica energetica, che avrebbero consentito di giungere all'evidenziazione del complesso egemone nella psicologia di ciascuno. Da queste premesse, Jung ipotizzò la possibilità di costruire una psicologia, da lui denominata complessa, in grado di ordinare i risultati raggiunti con l'interpretazione del materiale associato. In seguito Jung allargò il metodo associativo ricorrendo a temi universali tramite l'amplificazione, che può essere considerata un'estensione del processo associativo volta a includere un contenuto storico, culturale e mitologico, dove il modello antropologico o archetipico e il complesso personale acquistano evidenza nel processo associativo.
6) Psichiatria. In questo ambito ci si è occupati del processo associativo studiando le cause della dissociazione, individuate da Janet nella debolezza della sintesi psicologica e da Bleuler nella scissione primaria.