Apparato psichico

Apparato psichico
Modello teorico attraverso il quale Freud descrive la struttura e l'organizzazione interna della psiche. Le formulazioni che localizzano l'attività mentale in qualche parte dell'apparato psicofisico sono chiamate topiche. La scoperta freudiana dell'inconscio nasce avendo come substrato le teorie anatomico-fisiologiche delle localizzazioni cerebrali della seconda metà del XIX secolo (Wernicke). Freud, tuttavia, non si limita a distinguere specifiche localizzazioni psichiche, ma studia le funzioni dei diversi apparati. Nella prima topica, Freud evidenzia tre sistemi: inconscio, preconscio e conscio, caratterizzati da specifiche funzioni, processi energetici e contenuti rappresentativi. Tra questi sistemi vi sono meccanismi di censura che inibiscono e controllano il passaggio dall'uno all'altro. Il passaggio dell'energia da un sistema all'altro può avvenire in senso progressivo (dall'inconscio al conscio), oppure in senso regressivo (una tipica regressione topica è rappresentata dal sogno). I postulati psicodinamici sottesi al punto di vista topico sono 1) che le azioni, i pensieri, i sentimenti non sono sempre determinati da atti volontari o da meccanismi di pensiero cosciente e 2) che il nostro funzionamento psichico è, in maggiore o minor misura, sovradeterminato da situazioni estranee allo stato cosciente. A partire dal 1920, Freud elaborò un'ulteriore concezione dell'apparato psichico. La scoperta del ruolo svolto dalle varie identificazioni nella costituzione della persona e delle formazioni che la costituiscono (le immagini di sé, l'ideale di sé, le istanze critiche) ha condotto a questa seconda sistematizzazione, nella quale Freud ipotizza la psiche umana come caratterizzata da tre istanze: 1) l'Es, la più antica di queste province o istanze della psiche, che può essere sinteticamente caratterizzata come il polo pulsionale della personalità. È la struttura funzionale che contiene le fantasie inconsce, in particolare i desideri e le pulsioni rimosse. Contiene anche le cariche energetiche non investite, configurandosi come istanza ad alto potenziale energetico; 2) l'Io, istanza che si differenzia dall'Es a contatto con la realtà esterna e si sviluppa attraverso successive identificazioni, ponendosi come il rappresentante degli interessi della persona nel suo insieme, essendo investito di libido narcisistica. È la struttura funzionale deputata a recepire gli stimoli provenienti dall'esterno e quelli intrapsichici, a elaborarli e a rispondere con atti motori (parola compresa); 3) il Super-Io, istanza che si differenzia lungo lo sviluppo individuale da una parte dell'Io, assumendo le funzioni di guida morale e di regolatore etico. Deriva dall'introiezione delle immagini e dei dettami parentali e, successivamente, dall'introiezione degli elementi normativi dell'ambiente e sociali (non necessariamente positivi eticamente o funzionanti). Nella seconda topica, Freud stabilisce relazioni tra le tre istanze, ma analizza anche formazioni più specifiche in seno alle istanze stesse (ad es., l'Io ideale e l'Ideale dell'Io). È, in particolar modo, importante lo studio delle varie fasi di maturazione della struttura psichica, quindi delle istanze, dell'affettività, dei rapporti d'oggetto (intrapsichici e interpersonali), secondo leggi di natura gerarchica: tale studio caratterizza il punto di vista genetico, assunto in relazione allo sviluppo della seconda topica. Gli psicoanalisti si differenziano circa l'importanza dell'Io, alcuni ritenendolo la via verso una considerazione della psicoanalisi come scienza obiettiva (ad es., la psicologia dell'Io); altri sottolineando, piuttosto, la centralità dell'Es nella concezione freudiana del soggetto, che verrebbe sacrificata ad un ipotetico rigore scientifico (ad es., l'orientamento psicoanalitico di Lacan e Klein).