Allucinazione
Allucinazione
Dal latino allucinatio, indica la percezione di qualcosa che non esiste e che tuttavia viene ritenuto reale. Jaspers considerava le a. false percezioni con carattere di corporeit à, che non sorgono dalla trasformazione di percezioni reali (a differenza delle illusioni), ma in modo nuovo, accanto e contemporaneamente a percezioni reali (a differenza dei sogni). La definizione suggerita dal DSM-IV-R non si discosta da quella classica, parlando di percezione sensoriale che ha il senso impellente di oggettiva percezione, ma che si verifica in assenza di stimolazione sensoriale del relativo organo di senso. La capacit à critica è assente per la maggior parte degli autori, mentre per altri non è criterio essenziale per la definizione di a. e la persona pu ò rendersi conto o meno che sta avendo un'a. (DSM-IV-R). Gi à Platone e Aristotele avevano parlato di a., rilevandone la stretta affinit à con le immagini oniriche; gli Scolastici le avevano attribuite a uno stato crepuscolare in cui immagini di fantasia appaiono come reali. La prima citazione delle a. come sintomi psichiatrici si deve a J.E. Esquirol, che ne parla nei termini ancora oggi accettati nel suo trattato Des Maladies Mentales (1837). A seconda del livello di strutturazione della falsa percezione, le a. sono distinte in semplici, complesse (presenza di uno schema significativo, identificabile con l'oggetto percepito) e combinate (associazione di pi ù strutture percettive). Fenomeni allucinatori considerati normali sono le a. ipnagogiche (che si manifestano nella fase di addormentamento) e ipnopompiche (nella fase di risveglio) e quelle che si presentano in condizioni di deprivazione prolungata di sonno e dopo stress intensi. Particolarmente diffuse ed egosintoniche sarebbero le a. da lutto, specialmente nelle persone anziane. Nella maggior parte dei casi, comunque, la presenza di a. caratterizza situazioni psicopatologiche in cui si verifica un'alterazione del giudizio di realt à e nel 90% dei casi si associa la presenza di deliri. Le a. non sono specifiche di un particolare disturbo, ma la valutazione delle caratteristiche intrinseche, come, ad esempio, l'interessamento elettivo di particolari aree sensoriali e la tematica principale, è di notevole ausilio diagnostico. Si presentano in patologie degli organi di senso (pazienti con deprivazione sensoriale, sordastri, operati di cataratta), disturbi psicorganici (delirium e alterazioni dello stato di coscienza, abuso di amfetaminici, cocaina, alcolismo cronico, epilessia temporale), psicosi funzionali (schizofrenia, depressione maggiore, episodi maniacali, disturbo post-traumatico da stress, disturbi dissociativi, disturbi di personalit à). Possono interessare tutte le aree sensoriali, compresa la sensazione somatica diffusa detta cenestesi, e sono classificate quindi come segue.
1) Allucinazioni uditive. Riguardano la percezione del suono; possono essere elementari (rumori, fischi, ronzii), ma pi ù spesso sono voci. Commentano il pensiero o il comportamento del paziente, possono avere contenuti allusivi e minacciosi, essere imperative, dialoganti tra loro, o ripetere ad alta voce il pensiero del paziente (eco del pensiero). Sono le a. pi ù frequenti nelle psicosi funzionali (soprattutto nella schizofrenia), ma possono ritrovarsi anche in quadri organici o tossici.
2) Allucinazioni visive. Possono avere diversa strutturazione e presentarsi come immagini elementari (fosfeni, fotopsie), parzialmente organizzate (scritte, disegni), ma anche ben organizzate, con caratteristiche tridimensionali. Se l'oggetto dell'a. è proiettato fuori del campo visivo si parla di a. extracampiche, se il soggetto vede se stesso o una parte del suo corpo le a. sono dette autoscopiche. Sono tipiche dei disturbi su base organica e con compromissione dello stato di coscienza di origine dismetabolica, lesionale (epilessia temporale in fase sia critica sia intercritica) o tossica (assunzione di sostanze psichedeliche). A. sceniche complesse si verificano in particolari quadri organici, come l'allucinosi peduncolare, ma anche in alcuni disturbi dissociativi.
3) Allucinazioni gustative e olfattive. Il soggetto avverte odori e gusti inconsueti e, per lo pi ù, spiacevoli (odore di zolfo, di marcio); sono tipiche, ma non esclusive dei quadri organici.
4) Allucinazioni somatiche. Possono essere suddivise in tattili e termiche; chinestesiche o motrici e cenestesiche (percezioni che riguardano il corpo in toto, come la sensazione di sentire gli organi rivoltati, di ferro, putrefatti etc.). Sono frequenti nella schizofrenia.
Si ricordano ancora le allucinazioni riflesse (quando uno stimolo in un organo di senso innesca allucinazioni in un altro organo di senso) e funzionali (scatenate da una particolare stimolazione dello stesso organo e tipiche della schizofrenia cronica). Nella seconda met à dell'Ottocento, Jackson ipotizz ò che, come i sogni, le a. fossero una conseguenza del diminuito tono inibitorio corticale su strutture cerebrali inferiori (mesencefalo, nuclei della base). Altri hanno ipotizzato un'alterazione improvvisa dei meccanismi di controllo dell'afflusso dei messaggi interni, con sensorializzazione degli stessi. Attualmente, l'ipotesi biochimica chiama in causa, come per gli altri sintomi definiti produttivi (deliri, alterazioni formali del pensiero), un'alterazione del rapporto tra attivit à DA e 5-HT, dovuta a un aumento di attivit à DA o a una diminuzione di attivit à 5-HT. Tale dato è suffragato dalla regressione delle a. dopo trattamento neurolettico che si correla a un'azione di blocco recettoriale D2 di tali molecole e, per contro, all'azione allucinatoria di mescalina e LSD, che agiscono, almeno in parte, bloccando i recettori 5-HT e riducendo il turn-over centrale della 5-HT. I dati morfologici e funzionali hanno dimostrato una correlazione della sintomatologia allucinatoria uditiva in soggetti schizofrenici con riduzione di volume visualizzata alla RM, della circonvoluzione temporale superiore e dell'amigdala di sinistra, mentre alla SPECT è risultato un aumento dell'attivit à delle regioni ippocampali. In termini psicodinamici, le a. sono interpretate come meccanismi regressivi di appagamento di desideri consci e inconsci, fantasie su cui si proietta una forte dinamica affettiva.