Adolescenza
Adolescenza
Nella nostra cultura il termine designa il periodo di transizione tra l'infanzia e l'et à adulta, durante il quale il soggetto acquisisce abilit à fondamentali al divenire adulto, attraverso mutamenti, contraddizioni, contrasti. Molte altre societ à non hanno uno stadio evolutivo corrispondente, in quanto gli individui vengono considerati adulti gi à al termine della pubert à, momento nel quale vengono sottoposti a particolari riti di passaggio. Nelle societ à tecnologicamente avanzate, invece, i limiti tra infanzia e maturit à non sono ben definiti. Diversi autori ritengono che l'a. sia un' invenzione culturale del secolo scorso, funzionale all'accesso nell'et à adulta nella societ à Occidentale. Le profonde e molteplici trasformazioni che avvengono a diversi livelli in tale periodo evolutivo sono individuabili secondo diversi sistemi di riferimento biologico, cognitivo, psicoanalitico, sociologico profondamente connessi tra loro.
1) Sviluppo fisico. L'aspetto pi ù evidente del cambiamento che interviene nell'a. è quello relativo alle modificazioni corporee, che inducono grandi ripercussioni psicologiche sia nell'ambito del reale sia in quello fantasmatico. Nella pubert à, fase iniziale dell'a., infatti si manifestano in ambito fisico cambiamenti sia del ritmo di crescita sia delle caratteristiche sessuali: lo scheletro, i muscoli e gli organi interni si sviluppano pi ù celermente che nei periodi evolutivi contigui; si rafforza il dimorfismo sessuale; il sistema genitale raggiunge la maturit à; i caratteri sessuali secondari si sviluppano anch'essi. L'attivit à ipofisaria stimola i meccanismi di crescita che trasformano l'adolescente in adulto e tali mutamenti vengono incrementati in ambedue i sessi dall'attivit à ormonale. I cambiamenti somatici provocano nell'adolescente sentimenti di estraneit à e smarrimento verso un'identit à corporea formatasi nell'infanzia. Il soggetto si ritrova in un corpo in rapidissima evoluzione e che ha nuove caratteristiche, quindi con un'immagine di s é totalmente rivoluzionata con la quale confrontarsi. La difficolt à connessa a tale processo fa s ì che, di frequente, il soggetto si preoccupi per ogni modificazione fisica intervenuta, accordandole la qualit à di deviazione o persino di deformit à. Il tema del corpo, di conseguenza, viene a rappresentare una delle forme privilegiate di manifestazione del disagio psichico adolescenziale (anoressia e bulimia).
2) Sviluppo sessuale. La connotazione sessuale dei cambiamenti somatici e la corrispondente differenziazione sessuale inducono nell'adolescente l'esigenza di individuarsi come corpo sessuato separato dall'immagine indifferenziata dell'infanzia, per acquisire le peculiarit à dell'adulto. All'identit à di genere, vissuto di appartenenza sviluppatosi prima della pubert à con sentimenti e caratteristiche correlate a un determinato sesso, si affianca, attraverso la maturazione dei caratteri sessuali secondari e la capacit à riproduttiva, l'identit à sessuale, intesa come organizzazione sessuale stabile. Ne è il presupposto la perdita narcisistica, ossia la privazione di una ben definita e onnipotente immagine di s é, conseguenza della rinuncia alle fantasie onnipotenti di essere assimilabile a ciascuna delle due immagini genitoriali interiorizzate, di essere cio è al contempo ambedue i sessi. In questa fascia di et à, l'importanza del riaffiorare delle pulsioni sessuali e dell'ingresso nella sessualit à adulta con la scelta definitiva dell'oggetto sessuale induce la ritualizzazione del conflitto edipico, il conseguente distacco dai genitori e quindi la perdita oggettuale, quella dei suoi primitivi oggetti d'amore. L'abbandono delle figure in precedenza interiorizzate affettivamente a favore di nuove figure di riferimento rispondenti in maggior misura alla nuova intenzionalit à, porta con s é ansie abbandoniche, frustrazioni, inibizioni, episodi regressivi; dai quali traggono origine il bisogno di isolamento e il rifiuto del mondo esterno, considerato responsabile della perdita dell'identit à antecedente. Fondamentali per la riuscita di tale passaggio sono le basi date al bambino nei suoi primi anni di vita circa i problemi di sicurezza, la libert à di esplorazione dell'ambiente, le opportunit à di indirizzare se stesso e, nella fase preadolescenziale, la possibilit à di prendere progressivamente decisioni autonome.
3) Sviluppo cognitivo. I maggiori studi relativi allo sviluppo cognitivo in et à evolutiva si devono a Piaget, il quale ritiene che nel periodo delle operazioni formali i cambiamenti essenziali dal punto di vista cognitivo consistono nella capacit à di ragionare in astratto e di avvalersi del pensiero ipotetico-deduttivo. Ci ò consente all'adolescente di valutare sistematicamente una serie di possibilit à per controllarne la correttezza attraverso metodi sperimentali e logici, oltre che di riflettere sul proprio e sull'altrui pensiero, agevolando cos ì la creazione di rapporti non pi ù unicamente centrati sul soggetto. Lo sviluppo del pensiero formale rende l'attivit à psichica del soggetto assai pi ù flessibile e ricca di quella del bambino, tanto da poter manipolare mentalmente, attraverso il pensiero proposizionale, pensieri e sistemi di pensiero che lo introducono nell'ambito delle astrazioni ideologiche e filosofiche, nonch é delle valutazioni sistematiche circa i propri progetti futuri. Piaget tratta della fase di passaggio dal pensiero infantile a quello adolescenziale in termini di processi di assimilazione e accomodamento, i quali intervengono a produrre cambiamenti continui negli schemi interpretativi del soggetto, in correlazione con la modificazione della propria identit à.
4) Sviluppo dell'identit à. Compito principale dell'adolescente è, secondo Erikson, la formazione dell'identit à, ossia un senso soggettivo di continuit à e di coerenza nell'integrazione di presente, passato e futuro. Per raggiungere un'identit à personale, le credenze e le finalit à adolescenziali, che sono ancora per la maggior parte un prolungamento dell'identificazione con gli adulti, devono essere integrate in un processo difficoltoso e conflittuale di cui sono parte il prendere possesso del proprio corpo sessuato, con tutto l'insieme di pensieri, sentimenti, desideri, azioni che ci ò comporta, l'immagine di s é, l'autostima il cui esito pu ò essere l'acquisizione o la dispersione dell'identit à.
5) Breakdown. Con questo termine Laufer e Laufer (1984) individuano quelle condizioni in cui il minore è incapace sia di accettare le proprie modificazioni corporee, sia di consentire la definizione come femminile o maschile di questa nuova immagine. Gli autori intendono l'interruzione o il blocco dello sviluppo che si verifica nella pubert à e che vede il manifestarsi di turbe evidenti della condotta e della funzionalit à psichica, esclusive della fascia di et à adolescenziale. Il breakdown evolutivo consiste nel rifiuto inconscio del corpo sessuale e il concomitante sentimento di passivit à di fronte alle esigenze derivanti da questo corpo, con il risultato di ignorare o ripudiare i propri genitali o, nei casi pi ù gravi, di sentirli diversi da come si vorrebbe che fossero. Si tratta di un arresto del processo di integrazione dell'immagine del corpo fisicamente maturo nella rappresentazione che l'adolescente ha di se stesso . Questa alterazione, che compromette seriamente la funzione evolutiva adolescenziale e la strutturazione dell'identit à sessuale definitiva del soggetto, è un evento critico che esercita un effetto cumulativo per tutta la durata dell'adolescenza, con gravi implicazioni quanto alla normalit à e alla psicopatologia nell'et à adulta . Il fallimento dei tentativi di integrazione del corpo sessuato si palesa nel crollo del rendimento scolastico, nella dipendenza regressiva (tossicodipendenza), nei disturbi alimentari psicogeni come anoressia e bulimia, nella depressione, nei tentativi di suicidio. Il breakdown si pu ò verificare quindi a diversi livelli di gravit à, in strutture sia nevrotiche sia borderline o psicotiche.