Adler, Alfred

Adler, Alfred
Psicoanalista austriaco (Vienna, 1870 - Aberdeen, 1937). Dopo un iniziale sodalizio con Freud durato sino al 1911, propose un indirizzo terapeutico denominato psicologia individuale, in contrasto con la dottrina psicoanalitica classica. Nella sua opera principale, Il temperamento nevrotico (1919), A. ipotizza che il centro dell'energia psichica e pulsionale del soggetto sia individuabile in un istinto fondamentale di aggressività derivante da un senso di inferiorità. Influenzato dalla lettura di Nietzsche, A. definisce l'aggressività come volontà di potenza e desiderio di autoaffermazione. Ai cardini della psicoanalisi freudiana (libido, pulsione, complesso di Edipo) tenta, quindi, di sostituire un unico riferimento al desiderio di potenza, che si esplica anzitutto nei cosiddetti processi di compensazione. Lo sviluppo del soggetto, secondo A., è infatti costantemente guidato dal desiderio di oltrepassare il complesso di inferiorità già potenzialmente rintracciabile nelle prime fasi dell'infanzia. Ma l'autoaffermazione e l'aggressività non sono soltanto risposte soggettive derivanti dal sentimento di inadeguatezza psicologica provato nei confronti di altri soggetti: sono anche profondamente indotte per reazione dall'influenza repressiva della società moderna sul soggetto. La psicologia individuale di A. è, infatti, anche la prima psicologia sociale, nella misura in cui conferisce importanza decisiva, per l'eziologia del disturbo psichico, proprio al condizionamento socio-culturale. La nevrosi emerge quando i complessi di inferiorità raggiungono un livello di dominio sul soggetto; quando, cioè, il polo individualistico prevale su quello della dimensione collettiva. Il potere dei complessi di inferiorità porta il nevrotico a ripiegarsi in sé ed a strumentalizzare la propria nevrosi. Il nevrotico compensa il proprio sentimento di inferiorità sfruttando l'altro. Donde l'importanza dello stile di vita: il comportamento esistenziale del nevrotico (ma spesso anche del soggetto normale) è un autoinganno, un profilo caratteriale fittizio che cela un'inconscia volontà di imposizione. Lo scopo della psicoterapia, che in linea con la visione umanistica di A. prevede un'intensa collaborazione tra paziente e terapeuta (e non più l'asettico distacco imposto dal setting freudiano), consiste nel risalire al momento inconscio in cui il complesso di inferiorità ha preso il sopravvento sul soggetto e nell'armonizzarlo con il naturale istinto di potenza. Il superamento dei conflitti psichici implica così il raggiungimento di una personalità dinamica capace di autorealizzazione (sintesi tra esigenze sociali e bisogni individuali), definita come Sé creativo.