UEM
UEM [Unione Economica e Monetaria] artt. 98-124 Trattato CE
Processo di convergenza delle politiche economiche e monetarie degli Stati membri della Comunità europea, sfociato, il 1° gennaio 1999, nell’adozione di una moneta unica (v. Euro) e nella istituzione della Banca centrale europea (v. BCE).
Il progetto dell’UEM costituisce uno delle più significative disposizioni del Trattato di Maastricht. Sulla scorta del rapporto presentato dalla Commissione Delors (v. Rapporto Delors), il trattato ha previsto che il processo di integrazione si svolgesse in tre fasi:
— la prima fase ha avuto inizio il 1° luglio 1990 e si è conclusa nel 1993;
— la seconda fase, partita il 1° gennaio 1994, avrebbe dovuto chiudersi il 1° gennaio 1997; problemi operativi hanno però consigliato di prolungarla fino al 31 dicembre 1998;
— la terza fase, che ha avuto inizio il 1° gennaio 1999.
Questa scansione temporale ha riguardato sia il processo di convergenza delle politiche economiche (v. Unione economica) sia l’integrazione monetaria.
Il coordinamento economico è stato affidato all’ECOFIN (v.), unico organo autorizzato a formulare gli indirizzi di massima per le politiche economiche (indirizzi che costituiscono il principale strumento per il coordinamento economico).
Per quanto riguarda l’unione monetaria (v. UME), dopo la totale liberalizzazione dei movimenti di capitali fra gli Stati membri (1° luglio 1990) si è assistito ad una forzata convergenza della politica monetaria adottata dai singoli paesi. Nel corso della seconda fase, questo maggior coordinamento ha riguardato, soprattutto, i criteri di convergenza (v.) previsti dal Trattato di Maastricht (finanze pubbliche, inflazione, tassi d’interesse, stabilità del cambio).
Sulla base di questi criteri, sono stati individuati i paesi (v. Paesi in) in grado di partecipare alla terza fase (v.) dell’unione monetaria (1° gennaio 1999). A partire da quest’ultima data, l’euro è stato adottato come moneta bancaria e come unità di conto, mentre i titoli del debito pubblico sono emessi in euro. Contemporaneamente, la BCE ha preso il posto dell’Istituto Monetario europeo (v. IME). Il 31 dicembre 1999 sono stati inoltre fissati i tassi di conversione (v.) tra l’euro e le valute dei paesi che hanno aderito all’euro, tasso che resterà fisso fino al 2002, anno in cui le singole monete spariranno definitivamente (per l’Italia il tasso di cambio è di 1936,27 lire per un euro). Insieme alla fissazione del cambio con l’euro sono stati determinati i tassi di conversione tra le monete nazionali. Il 1° gennaio 2002 inizierà la materiale emissione di monete in euro che, per alcuni mesi, circoleranno contemporaneamente alle valute nazionali. Il 1° luglio 2002 (ma il termine potrebbe essere ridotto), infine, l’euro sarà l’unica moneta circolante.
Processo di convergenza delle politiche economiche e monetarie degli Stati membri della Comunità europea, sfociato, il 1° gennaio 1999, nell’adozione di una moneta unica (v. Euro) e nella istituzione della Banca centrale europea (v. BCE).
Il progetto dell’UEM costituisce uno delle più significative disposizioni del Trattato di Maastricht. Sulla scorta del rapporto presentato dalla Commissione Delors (v. Rapporto Delors), il trattato ha previsto che il processo di integrazione si svolgesse in tre fasi:
— la prima fase ha avuto inizio il 1° luglio 1990 e si è conclusa nel 1993;
— la seconda fase, partita il 1° gennaio 1994, avrebbe dovuto chiudersi il 1° gennaio 1997; problemi operativi hanno però consigliato di prolungarla fino al 31 dicembre 1998;
— la terza fase, che ha avuto inizio il 1° gennaio 1999.
Questa scansione temporale ha riguardato sia il processo di convergenza delle politiche economiche (v. Unione economica) sia l’integrazione monetaria.
Il coordinamento economico è stato affidato all’ECOFIN (v.), unico organo autorizzato a formulare gli indirizzi di massima per le politiche economiche (indirizzi che costituiscono il principale strumento per il coordinamento economico).
Per quanto riguarda l’unione monetaria (v. UME), dopo la totale liberalizzazione dei movimenti di capitali fra gli Stati membri (1° luglio 1990) si è assistito ad una forzata convergenza della politica monetaria adottata dai singoli paesi. Nel corso della seconda fase, questo maggior coordinamento ha riguardato, soprattutto, i criteri di convergenza (v.) previsti dal Trattato di Maastricht (finanze pubbliche, inflazione, tassi d’interesse, stabilità del cambio).
Sulla base di questi criteri, sono stati individuati i paesi (v. Paesi in) in grado di partecipare alla terza fase (v.) dell’unione monetaria (1° gennaio 1999). A partire da quest’ultima data, l’euro è stato adottato come moneta bancaria e come unità di conto, mentre i titoli del debito pubblico sono emessi in euro. Contemporaneamente, la BCE ha preso il posto dell’Istituto Monetario europeo (v. IME). Il 31 dicembre 1999 sono stati inoltre fissati i tassi di conversione (v.) tra l’euro e le valute dei paesi che hanno aderito all’euro, tasso che resterà fisso fino al 2002, anno in cui le singole monete spariranno definitivamente (per l’Italia il tasso di cambio è di 1936,27 lire per un euro). Insieme alla fissazione del cambio con l’euro sono stati determinati i tassi di conversione tra le monete nazionali. Il 1° gennaio 2002 inizierà la materiale emissione di monete in euro che, per alcuni mesi, circoleranno contemporaneamente alle valute nazionali. Il 1° luglio 2002 (ma il termine potrebbe essere ridotto), infine, l’euro sarà l’unica moneta circolante.