Sviluppo sostenibile
Sviluppo sostenibile art. 6 Trattato CE; Decisione 24 febbraio 1997, n. 97/150/CE
Espressione che indica un processo di crescita economica e sociale che non rechi danno all’ambiente e alle risorse naturali, limitatamente disponibili, dalle quali dipende il futuro dell’uomo e delle sue attività.
In pratica si tratta di predisporre le condizioni più idonee affinché lo sviluppo economico a lungo termine avvenga nel rispetto dell’ambiente. A tal fine si rende necessario:
— prevedere un ciclo produttivo completo che minimizzi la produzione di rifiuti, incoraggiando il loro riciclo, ed eviti il consumo eccessivo delle risorse naturali;
— porre un freno allo sfruttamento irrazionale delle risorse naturali;
— modificare il comportamento della collettività dinanzi al consumo.
A livello comunitario l’esigenza di assicurare all’uomo migliori condizioni di vita ha portato alla necessità di affermare, con il Trattato di Amsterdam, che le politiche comunitarie (v.) devono attuarsi tutte all’insegna della promozione dello sviluppo sostenibile.
L’impegno comunitario in questo campo si può tuttavia far risalire al 1993, con l’adozione di un programma a favore dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile.
Il programma affronta diverse tematiche relative all’ambiente (v. >Politica dell’ambiente), quali il cambiamento climatico, l’inquinamento, il deterioramento dell’ambiente urbano e delle zone costiere, i rifiuti etc., tentando di creare un’interrelazione tra i diversi soggetti interessati (governi, imprese, collettività) e i principali settori interessati (trasporti, energia, industria, agricoltura, turismo), in applicazione del principio di sussidiarietà (v.).
Il programma, inoltre, prevede l’istituzione di gruppi di dialogo che, affiancando gli organismi nazionali e comunitari già impegnati in questo ambito, contribuiscono a promuovere la condivisione pratica delle responsabilità tra i soggetti interessati e l’applicazione dei provvedimenti adottati. Essi sono:
— una rete di responsabili, composta dai rappresentanti delle amministrazioni locali e della Commissione, che deve provvedere allo scambio di informazioni e di esperienze e allo sviluppo di strategie comuni;
— un gruppo di analisi, formato dai rappresentanti della Commissione e degli Stati membri, incaricato di procedere ad uno scambio di pareri sulla politica a tutela dell’ambiente;
— un foro consultivo, formato dai rappresentanti delle imprese, dei consumatori, delle associazioni di categoria e sindacali, degli organismi non governativi e delle amministrazioni locali e regionali.
L’esperienza positiva di quest’ultimo gruppo di dialogo ha portato la Commissione ad istituire un Forum consultivo europeo per l’ambiente e lo sviluppo sostenibile. Al Forum partecipano personalità provenienti dal settore degli affari e della produzione, dalle autorità regionali e locali, dalle organizzazioni di difesa dei consumatori e dell’ambiente e dai sindacati.
Espressione che indica un processo di crescita economica e sociale che non rechi danno all’ambiente e alle risorse naturali, limitatamente disponibili, dalle quali dipende il futuro dell’uomo e delle sue attività.
In pratica si tratta di predisporre le condizioni più idonee affinché lo sviluppo economico a lungo termine avvenga nel rispetto dell’ambiente. A tal fine si rende necessario:
— prevedere un ciclo produttivo completo che minimizzi la produzione di rifiuti, incoraggiando il loro riciclo, ed eviti il consumo eccessivo delle risorse naturali;
— porre un freno allo sfruttamento irrazionale delle risorse naturali;
— modificare il comportamento della collettività dinanzi al consumo.
A livello comunitario l’esigenza di assicurare all’uomo migliori condizioni di vita ha portato alla necessità di affermare, con il Trattato di Amsterdam, che le politiche comunitarie (v.) devono attuarsi tutte all’insegna della promozione dello sviluppo sostenibile.
L’impegno comunitario in questo campo si può tuttavia far risalire al 1993, con l’adozione di un programma a favore dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile.
Il programma affronta diverse tematiche relative all’ambiente (v. >Politica dell’ambiente), quali il cambiamento climatico, l’inquinamento, il deterioramento dell’ambiente urbano e delle zone costiere, i rifiuti etc., tentando di creare un’interrelazione tra i diversi soggetti interessati (governi, imprese, collettività) e i principali settori interessati (trasporti, energia, industria, agricoltura, turismo), in applicazione del principio di sussidiarietà (v.).
Il programma, inoltre, prevede l’istituzione di gruppi di dialogo che, affiancando gli organismi nazionali e comunitari già impegnati in questo ambito, contribuiscono a promuovere la condivisione pratica delle responsabilità tra i soggetti interessati e l’applicazione dei provvedimenti adottati. Essi sono:
— una rete di responsabili, composta dai rappresentanti delle amministrazioni locali e della Commissione, che deve provvedere allo scambio di informazioni e di esperienze e allo sviluppo di strategie comuni;
— un gruppo di analisi, formato dai rappresentanti della Commissione e degli Stati membri, incaricato di procedere ad uno scambio di pareri sulla politica a tutela dell’ambiente;
— un foro consultivo, formato dai rappresentanti delle imprese, dei consumatori, delle associazioni di categoria e sindacali, degli organismi non governativi e delle amministrazioni locali e regionali.
L’esperienza positiva di quest’ultimo gruppo di dialogo ha portato la Commissione ad istituire un Forum consultivo europeo per l’ambiente e lo sviluppo sostenibile. Al Forum partecipano personalità provenienti dal settore degli affari e della produzione, dalle autorità regionali e locali, dalle organizzazioni di difesa dei consumatori e dell’ambiente e dai sindacati.