Stati Uniti

Stati Uniti

Nel secondo dopoguerra gli Stati Uniti sostennero la ricostruzione degli Stati europei con un consistente piano di aiuti (v. Piano Marshall), la cui gestione fu delegata all’OECE (v.), il primo organismo di cooperazione nato dopo la guerra e al quale partecipavano quasi tutti gli Stati dell’Europa occidentale.
Il problema della ricostruzione economica dell’Europa era strettamente legato a quello del rafforzamento sul piano militare; alla creazione del blocco sovietico occorreva rispondere con un’alleanza militare tra Stati dell’Europa occidentale e Stati Uniti. Il secondo pilastro della strategia di intervento statunitense in Europa nel secondo dopoguerra fu la creazione nel 1949 della NATO (v.).
Esaurita la fase della ricostruzione postbellica, gli Stati Uniti si dimostrarono sempre favorevoli a più stretti rapporti economici tra i paesi europei, incoraggiando la creazione della CECA prima e delle altre due Comunità in seguito.
L’attuale quadro dei rapporti è stabilito nella Dichiarazione transatlantica (v.) del novembre del 1990 e nella nuova agenda transatlantica (v.) del dicembre 1995, che contengono un piano di lavoro per consultazioni regolari fra i ministri degli esteri dell’Unione europea ed il segretario di Stato americano, e fra la Commissione europea ed il governo degli Stati Uniti.
Non sono mancate, però, divergenze che hanno toccato argomenti concernenti la politica commerciale (v.), la politica agricola comune (v. Accordo di Blair House; PAC), la legge Helms-Burton sul commercio con Cuba e la legge D’Amato sul commercio con la Libia e l’Iran.
Questi contenziosi non hanno, tuttavia, impedito lo sviluppo di più strette relazioni economiche e commerciali, sancite con la stipula nel maggio del 1998 della partnership economica transatlantica (v.), e di una forte collaborazione nell’ambito del WTO (v.).