Sport
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Le attività sportive hanno da sempre rappresentato non solo un motivo d’incontro e di aggregazione per tutti coloro che sono interessati allo sport, ma anche una fonte di guadagno per gli operatori impegnati in questa attività economica.
I trattati istitutivi delle Comunità europee non contengono disposizioni che riguardano esclusivamente le attività sportive. Solo con il Trattato di Amsterdam è stata adottata la dichiarazione n. 29 sullo sport; in essa si sottolinea la rilevanza sociale che assumono le attività sportive e si invitano le istituzioni dell’Unione a dare ascolto alle associazioni sportive e, in particolare, allo sport dilettantistico.
Nell’ambito dello sport, l’attività dell’Unione europea si esplica soprattutto attraverso l’operato della Commissione. Il suo obiettivo principale è stabilire un dialogo attivo tra l’Unione europea, che deve far proprie le esigenze e le preoccupazioni degli esponenti dello sport, e gli operatori del settore, che devono conoscere perfettamente la normativa comunitaria che influisce sulle loro attività. Particolare attenzione è rivolta, inoltre, alle attività sportive per i disabili e all’integrazione delle minoranze.
A tal fine, a partire dal 1991, si riunisce annualmente il Foro europeo dello sport, a cui partecipano rappresentanti dei ministeri nazionali e delle federazioni sportive internazionali ed europee, accomunati dall’interesse per lo sport allo scopo di discutere su temi quali i finanziamenti di progetti di formazione, la salute e la sicurezza etc.
Nel 1995, inoltre, la Commissione aveva avviato due programmi specifici allo scopo di creare una base per sovvenzionare le attività sportive di dimensioni europee: Eurathlon, il cui obiettivo era utilizzare lo strumento sportivo per abbattere le barriere sociali e culturali tra i popoli, e Sport per disabili, volto all’integrazione sociale degli sportivi portatori di handicap.
Entrambi i programmi però sono stati sospesi dalla Commissione europea a partire dal 1999, a seguito di una sentenza della Corte di Giustizia. Quest’ultima, infatti, affermava che ogni voce del bilancio comunitario (v.) doveva avere una base giuridica; poiché lo sport non ha una base legale, non è possibile stanziare fondi per finanziare programmi specifici in tale ambito.
Le attività sportive hanno da sempre rappresentato non solo un motivo d’incontro e di aggregazione per tutti coloro che sono interessati allo sport, ma anche una fonte di guadagno per gli operatori impegnati in questa attività economica.
I trattati istitutivi delle Comunità europee non contengono disposizioni che riguardano esclusivamente le attività sportive. Solo con il Trattato di Amsterdam è stata adottata la dichiarazione n. 29 sullo sport; in essa si sottolinea la rilevanza sociale che assumono le attività sportive e si invitano le istituzioni dell’Unione a dare ascolto alle associazioni sportive e, in particolare, allo sport dilettantistico.
Nell’ambito dello sport, l’attività dell’Unione europea si esplica soprattutto attraverso l’operato della Commissione. Il suo obiettivo principale è stabilire un dialogo attivo tra l’Unione europea, che deve far proprie le esigenze e le preoccupazioni degli esponenti dello sport, e gli operatori del settore, che devono conoscere perfettamente la normativa comunitaria che influisce sulle loro attività. Particolare attenzione è rivolta, inoltre, alle attività sportive per i disabili e all’integrazione delle minoranze.
A tal fine, a partire dal 1991, si riunisce annualmente il Foro europeo dello sport, a cui partecipano rappresentanti dei ministeri nazionali e delle federazioni sportive internazionali ed europee, accomunati dall’interesse per lo sport allo scopo di discutere su temi quali i finanziamenti di progetti di formazione, la salute e la sicurezza etc.
Nel 1995, inoltre, la Commissione aveva avviato due programmi specifici allo scopo di creare una base per sovvenzionare le attività sportive di dimensioni europee: Eurathlon, il cui obiettivo era utilizzare lo strumento sportivo per abbattere le barriere sociali e culturali tra i popoli, e Sport per disabili, volto all’integrazione sociale degli sportivi portatori di handicap.
Entrambi i programmi però sono stati sospesi dalla Commissione europea a partire dal 1999, a seguito di una sentenza della Corte di Giustizia. Quest’ultima, infatti, affermava che ogni voce del bilancio comunitario (v.) doveva avere una base giuridica; poiché lo sport non ha una base legale, non è possibile stanziare fondi per finanziare programmi specifici in tale ambito.