SPG

SPG [Sistema delle Preferenze Generalizzate]

Regime doganale preferenziale accordato dai paesi industriali ai paesi in via di sviluppo (v. PVS).
Introdotto nel 1968 nel quadro dei lavori della Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo (UNCTAD), il sistema delle preferenze generalizzate si pone come obiettivo la riduzione del divario sociale ed economico tra le aree industrializzate e i PVS, attraverso facilitazioni alle importazioni sotto forma di diritti doganali e tassi ridotti.
La Comunità europea è stata la prima grande potenza economica ad applicare questo sistema a partire dal 1971. Gli obiettivi dell’intervento comunitario in questo settore riguardavano:
— l’aumento dei proventi delle esportazioni dei paesi in via di sviluppo;
— la promozione dell’industrializzazione di questi paesi;
— l’accelerazione della loro crescita economica.
Alla fine degli anni ’80, essendo notevolmente cambiata la situazione del commercio internazionale a seguito della riduzione della protezione tariffaria nell’ambito del GATT (v.) e il proliferare delle aree di libero scambio (v.) e degli accordi preferenziali stipulati dalla Comunità, si rese necessaria una riforma del SPG per il terzo decennio di applicazione (1991-2000). I nuovi strumenti prevedono:
— l’introduzione di una “modulazione tariffaria” volta a differenziare i diritti di dogana a seconda dei prodotti e del diverso livello di sottosviluppo dei paesi;
— l’utilizzo di clausole di salvaguardia (v.);
— incentivi sulla base di misure sociali e ambientali.
A seguito della conclusione di diversi accordi tra la Comunità e i PVS (v. Accordi commerciali, Accordi di associazione, Accordi europei, Convenzioni di Lomè), il sistema di preferenze generalizzate si applica attualmente soprattutto ai paesi dell’Asia, del Medio Oriente e dell’America latina.