Sostegno dei mercati
Sostegno dei mercati
Politica che mira a sostenere i prezzi di mercato di determinati prodotti attraverso la fissazione autoritaria di un prezzo che garantisca un reddito minimo ai produttori.
A livello comunitario la politica di sostegno dei prezzi fu applicata essenzialmente ai mercati agricoli, con la consapevolezza che se il settore fosse stato abbandonato al libero gioco del mercato non sarebbe stato in grado di seguire l’espansione generale dell’economia.
Si trattava di una scelta politica effettuata agli inizi degli anni ’60 e motivata dalle caratteristiche dell’agricoltura della maggior parte degli Stati membri: produzioni eccedentarie o vicine all’autosufficienza ed alta percentuale della popolazione attiva impiegata nel settore agricolo.
Nel contesto della politica agricola comune (v. PAC) la necessità degli interventi da realizzare per la sua attuazione era destinata a migliorare le strutture agricole e ad orientare la domanda dei prodotti.
L’istituzione fondamentale rivolta alla politica delle strutture è il Fondo europeo agricolo di orientamento e garanzia (v. FEOGA), la cui attività consiste da un lato nel finanziamento integrale delle misure di sostegno dei prezzi e di stabilizzazione dei mercati, e dall’altro in contributi al finanziamento dei progetti pubblici di miglioramento delle strutture di produzione, di trasformazione e di vendita dei prodotti agricoli.
Il sistema di garanzia dei prezzi permise all’Europa, nel giro di pochi anni, di divenire una potenza mondiale nel settore agro-alimentare. Già negli anni settanta, però, apparvero le prime pecche del meccanismo.
Il sistema comunitario delineato, infatti, non assicurava a tutti gli agricoltori vantaggi uniformi in quanto i vari strumenti operavano in modo diverso a seconda del tipo di prodotto considerato; inoltre, garantendo illimitatamente i prezzi, incoraggiava produzioni eccedentarie e di scarsa qualità. A loro volta, le spese per il finanziamento della politica agricola comune aumentavano vertiginosamente, senza essere coperte dalle relative entrate.
La situazione appariva, pertanto, molto complessa ed era ulteriormente aggravata dalla crescita del fenomeno delle frodi comunitarie (v.).
Al fine di porvi rimedio, nel 1988 è stata adottata una prima, profonda riforma della PAC.
Politica che mira a sostenere i prezzi di mercato di determinati prodotti attraverso la fissazione autoritaria di un prezzo che garantisca un reddito minimo ai produttori.
A livello comunitario la politica di sostegno dei prezzi fu applicata essenzialmente ai mercati agricoli, con la consapevolezza che se il settore fosse stato abbandonato al libero gioco del mercato non sarebbe stato in grado di seguire l’espansione generale dell’economia.
Si trattava di una scelta politica effettuata agli inizi degli anni ’60 e motivata dalle caratteristiche dell’agricoltura della maggior parte degli Stati membri: produzioni eccedentarie o vicine all’autosufficienza ed alta percentuale della popolazione attiva impiegata nel settore agricolo.
Nel contesto della politica agricola comune (v. PAC) la necessità degli interventi da realizzare per la sua attuazione era destinata a migliorare le strutture agricole e ad orientare la domanda dei prodotti.
L’istituzione fondamentale rivolta alla politica delle strutture è il Fondo europeo agricolo di orientamento e garanzia (v. FEOGA), la cui attività consiste da un lato nel finanziamento integrale delle misure di sostegno dei prezzi e di stabilizzazione dei mercati, e dall’altro in contributi al finanziamento dei progetti pubblici di miglioramento delle strutture di produzione, di trasformazione e di vendita dei prodotti agricoli.
Il sistema di garanzia dei prezzi permise all’Europa, nel giro di pochi anni, di divenire una potenza mondiale nel settore agro-alimentare. Già negli anni settanta, però, apparvero le prime pecche del meccanismo.
Il sistema comunitario delineato, infatti, non assicurava a tutti gli agricoltori vantaggi uniformi in quanto i vari strumenti operavano in modo diverso a seconda del tipo di prodotto considerato; inoltre, garantendo illimitatamente i prezzi, incoraggiava produzioni eccedentarie e di scarsa qualità. A loro volta, le spese per il finanziamento della politica agricola comune aumentavano vertiginosamente, senza essere coperte dalle relative entrate.
La situazione appariva, pertanto, molto complessa ed era ulteriormente aggravata dalla crescita del fenomeno delle frodi comunitarie (v.).
Al fine di porvi rimedio, nel 1988 è stata adottata una prima, profonda riforma della PAC.