Sedi delle istituzioni
Sedi delle istituzioni Protocollo sulle sedi delle istituzioni e di determinati organismi e servizi delle Comunità europee nonché di Europol
La fissazione delle sedi delle istituzioni ha sollevato una lunga disputa sin dalla nascita delle Comunità europee. I trattati istitutivi stabilivano, con previsioni pressoché identiche, che la sede delle istituzioni doveva essere determinata di comune accordo dai governi degli Stati membri. L’unicità della sede, però, non era materialmente realizzabile per cui furono adottate delle soluzioni provvisorie: l’Alta Autorità CECA, il Consiglio e la Corte di Giustizia avevano sede a Lussemburgo, dove risiedeva anche il Segretariato generale dell’Assemblea consultiva (il futuro Parlamento); le riunioni plenarie di quest’ultima si svolgevano, però, a Strasburgo, nella sede del Consiglio d’Europa.
Con la fusione degli esecutivi (v.) del 1965 le sedi del Consiglio e dell’Alta Autorità CECA furono trasferite da Lussemburgo a Bruxelles; Lussemburgo, invece, rimaneva la sede delle sessioni di aprile, giugno e ottobre del Consiglio, della Corte di Giustizia, dello staff del Parlamento europeo, della Banca europea degli investimenti e di alcuni servizi della Commissione. Strasburgo, invece, continuava ad essere sede delle sessioni plenarie del Parlamento.
Negli anni successivi la diatriba sulle sedi comunitarie si è concentrata soprattutto sull’ubicazione del Parlamento europeo; questa istituzione chiedeva di poter riunire in un’unica sede tutte le proprie attività, mentre ragioni di prestigio portavano gli Stati (in particolare la Francia) a chiedere una presenza del Parlamento.
La soluzione di compromesso fu raggiunta con la dichiarazione di Edimburgo del 12 dicembre 1992, con la quale si stabiliva che il Parlamento svolge la sua attività a Strasburgo per le dodici sessioni plenarie mensili, a Bruxelles per le sessioni plenarie di due giorni (cd. plenarie brevi) e a Lussemburgo per l’attività del Segretariato. Nella stessa decisione veniva stabilita la sede del Consiglio, della Commissione, della Corte di Giustizia e del Tribunale di primo grado, del Comitato economico e sociale, della Corte dei conti e della Banca europea per gli investimenti.
Una successiva decisione del 29 ottobre 1993 provvedeva a definire le sedi delle istituende agenzie comunitarie (v.), nonché della Banca Centrale Europea e di Europol.
Una nuova decisione relativa alle sedi delle istituzioni, formalmente inclusa in un protocollo (v.) allegato al Trattato di Amsterdam, è stata adottata nel 1997. Sostanzialmente riprende il contenuto della decisione di Edimburgo del 1992, includendovi anche l’indicazione della sede del Comitato delle Regioni (non menzionato nelle precedenti decisioni), della BCE e di Europol (prima richiamate nella decisione del 1993).
La fissazione delle sedi delle istituzioni ha sollevato una lunga disputa sin dalla nascita delle Comunità europee. I trattati istitutivi stabilivano, con previsioni pressoché identiche, che la sede delle istituzioni doveva essere determinata di comune accordo dai governi degli Stati membri. L’unicità della sede, però, non era materialmente realizzabile per cui furono adottate delle soluzioni provvisorie: l’Alta Autorità CECA, il Consiglio e la Corte di Giustizia avevano sede a Lussemburgo, dove risiedeva anche il Segretariato generale dell’Assemblea consultiva (il futuro Parlamento); le riunioni plenarie di quest’ultima si svolgevano, però, a Strasburgo, nella sede del Consiglio d’Europa.
Con la fusione degli esecutivi (v.) del 1965 le sedi del Consiglio e dell’Alta Autorità CECA furono trasferite da Lussemburgo a Bruxelles; Lussemburgo, invece, rimaneva la sede delle sessioni di aprile, giugno e ottobre del Consiglio, della Corte di Giustizia, dello staff del Parlamento europeo, della Banca europea degli investimenti e di alcuni servizi della Commissione. Strasburgo, invece, continuava ad essere sede delle sessioni plenarie del Parlamento.
Negli anni successivi la diatriba sulle sedi comunitarie si è concentrata soprattutto sull’ubicazione del Parlamento europeo; questa istituzione chiedeva di poter riunire in un’unica sede tutte le proprie attività, mentre ragioni di prestigio portavano gli Stati (in particolare la Francia) a chiedere una presenza del Parlamento.
La soluzione di compromesso fu raggiunta con la dichiarazione di Edimburgo del 12 dicembre 1992, con la quale si stabiliva che il Parlamento svolge la sua attività a Strasburgo per le dodici sessioni plenarie mensili, a Bruxelles per le sessioni plenarie di due giorni (cd. plenarie brevi) e a Lussemburgo per l’attività del Segretariato. Nella stessa decisione veniva stabilita la sede del Consiglio, della Commissione, della Corte di Giustizia e del Tribunale di primo grado, del Comitato economico e sociale, della Corte dei conti e della Banca europea per gli investimenti.
Una successiva decisione del 29 ottobre 1993 provvedeva a definire le sedi delle istituende agenzie comunitarie (v.), nonché della Banca Centrale Europea e di Europol.
Una nuova decisione relativa alle sedi delle istituzioni, formalmente inclusa in un protocollo (v.) allegato al Trattato di Amsterdam, è stata adottata nel 1997. Sostanzialmente riprende il contenuto della decisione di Edimburgo del 1992, includendovi anche l’indicazione della sede del Comitato delle Regioni (non menzionato nelle precedenti decisioni), della BCE e di Europol (prima richiamate nella decisione del 1993).