Seconda fase
Seconda fase artt. 98-104 Trattato CE
Periodo intercorrente tra il 1° luglio 1994 e il 1° gennaio 1999 durante il quale è stata posta una maggiore attenzione alla politica delle finanze pubbliche degli Stati membri, in vista della realizzazione dell’unione economica e monetaria (v. UEM) e dell’introduzione dell’euro (v.).
In realtà la seconda fase avrebbe dovuto concludersi il 1° gennaio 1997, ma durante il Consiglio europeo di Madrid del dicembre 1995 è stato deciso di rinviare l’avvio della terza fase (v.) dell’UEM al 1° gennaio 1999, dal momento che quasi nessun paese era in grado di rispettare i criteri di convergenza (v.).
La seconda fase è caratterizzata dalla nascita dell’Istituto monetario europeo (v. IME), con funzioni di coordinamento delle politiche monetarie degli Stati membri, e dall’invito rivolto agli stessi di evitare disavanzi pubblici eccessivi (v. Procedura dei disavanzi eccessivi).
Durante questo periodo gli Stati erano tenuti a rispettare i criteri di convergenza indicati nel Trattato di Maastricht e, al fine di garantire che essi una volta raggiunti questi parametri ponessero nuovamente in atto politiche che li portavano ad allontanarsene, è stato approvato nel corso del Consiglio europeo di Dublino del 1996 il cd. patto di stabilità e crescita (v.).
Sulla base del rispetto di tali criteri, nel maggio 1998, il Consiglio europeo ha individuato i paesi ammessi (v. Paesi in) alla terza fase e quelli esclusi (v. Paesi out); nella stessa sede l’IME è stato posto in liquidazione in favore della Banca centrale europea (v. BCE).
Periodo intercorrente tra il 1° luglio 1994 e il 1° gennaio 1999 durante il quale è stata posta una maggiore attenzione alla politica delle finanze pubbliche degli Stati membri, in vista della realizzazione dell’unione economica e monetaria (v. UEM) e dell’introduzione dell’euro (v.).
In realtà la seconda fase avrebbe dovuto concludersi il 1° gennaio 1997, ma durante il Consiglio europeo di Madrid del dicembre 1995 è stato deciso di rinviare l’avvio della terza fase (v.) dell’UEM al 1° gennaio 1999, dal momento che quasi nessun paese era in grado di rispettare i criteri di convergenza (v.).
La seconda fase è caratterizzata dalla nascita dell’Istituto monetario europeo (v. IME), con funzioni di coordinamento delle politiche monetarie degli Stati membri, e dall’invito rivolto agli stessi di evitare disavanzi pubblici eccessivi (v. Procedura dei disavanzi eccessivi).
Durante questo periodo gli Stati erano tenuti a rispettare i criteri di convergenza indicati nel Trattato di Maastricht e, al fine di garantire che essi una volta raggiunti questi parametri ponessero nuovamente in atto politiche che li portavano ad allontanarsene, è stato approvato nel corso del Consiglio europeo di Dublino del 1996 il cd. patto di stabilità e crescita (v.).
Sulla base del rispetto di tali criteri, nel maggio 1998, il Consiglio europeo ha individuato i paesi ammessi (v. Paesi in) alla terza fase e quelli esclusi (v. Paesi out); nella stessa sede l’IME è stato posto in liquidazione in favore della Banca centrale europea (v. BCE).