Repubblica Ceca
Repubblica Ceca
Alla fine della seconda guerra mondiale l’ex Cecoslovacchia venne guidata da un governo di coalizione nel quale il partito comunista ebbe un peso fortissimo.
Soltanto nel 1967 il regime cominciò seriamente a vacillare sotto i colpi delle proteste degli intellettuali e delle leve più giovani dello stesso partito inclini ad avviare una serie di riforme nella gestione del potere.
L’anno successivo venne eletto primo segretario del partito Alexander Dubcek e per la Cecoslovacchia cominciò un periodo caratterizzato da un forte impulso al rinnovamento e dall’inserimento di elementi democratici (Primavera di Praga).
Il 21 agosto dello stesso anno, però, le truppe del Patto di Varsavia invasero il paese e ripristinarono il pieno potere e il controllo dell’Unione Sovietica.
Solo nel 1989 il paese assunse il nome di Repubblica federativa Ceca e Slovacca e nell’ottobre del 1992 le due repubbliche adottarono una risoluzione (v.) che sanciva la costituzione, a partire dal 1° gennaio 1993, dei due stati indipendenti.
La Repubblica Ceca ha firmato l’accordo europeo (v.) il 4 ottobre 1993 ed ha presentato domanda di adesione (v.) all’UE nel 1996.
Tra i paesi che hanno presentato domanda di adesione, la Comunità ha distinto fra quelli che, grazie al loro particolare sforzo di adeguamento legislativo, economico, sociale e culturale ricadono nel primo gruppo: Polonia, Ungheria, Cipro, Repubblica Ceca, Estonia e Slovenia; e quelli facenti parte del secondo gruppo che avranno, invece, un cammino più lungo da percorrere sulla strada dell’Unione. Questi ultimi sono: Bulgaria, Romania, Slovacchia, Lituania e Lettonia.
Il 12 dicembre 1997 si è aperto a Lussemburgo il vertice UE con il quale si sono predisposti gli strumenti utili ad avviare quel processo di ampliamento in grado di includere gradualmente tutti gli Stati che intendano far parte dell’Unione. Tra le decisioni prese a Lussemburgo, oltre alla istituzione di una Conferenza permanente sull’allargamento, si è predisposto l’avvio dei negoziati bilaterali con i sei paesi del primo gruppo.
La prima conferenza europea si è tenuta a Londra ed ha messo in luce la necessità di una più stretta collaborazione di tutti i paesi partecipanti allo scopo di risolvere i problemi legati alla criminalità organizzata ed alle politiche ambientali.
Il 31 marzo 1998 si sono aperti i negoziati bilaterali di adesione con i sei paesi del primo gruppo tra i quali, come già si è detto, figura la Repubblica Ceca.
Il Consiglio europeo (v.) ha tenuto a precisare che la contemporanea apertura dei negoziati non significherà che questi paesi arriveranno insieme a concluderli. Infatti, ciascuno di essi condurrà il negoziato in tempi coerenti ai risultati che sarà riuscito a raggiungere.
La Repubblica Ceca viene definita nell’Agenda 2000 (v.) una democrazia dotata di istituzioni stabili che garantiscono lo stato di diritto, i diritti umani (v.) ed il rispetto e la tutela delle minoranze. Può essere considerata una economia di mercato funzionante potenzialmente in grado, nel medio termine, di fronteggiare la concorrenza del mercato unico (v.).
Sono necessari, però, ulteriori progressi ed investimenti nei settori dell’agricoltura, dell’ambiente e dell’energia. Si incoraggiano, inoltre, riforme supplementari in campo amministrativo per la creazione di strutture capaci di applicare e far rispettare l’acquis communautaire (v.).
Alla fine della seconda guerra mondiale l’ex Cecoslovacchia venne guidata da un governo di coalizione nel quale il partito comunista ebbe un peso fortissimo.
Soltanto nel 1967 il regime cominciò seriamente a vacillare sotto i colpi delle proteste degli intellettuali e delle leve più giovani dello stesso partito inclini ad avviare una serie di riforme nella gestione del potere.
L’anno successivo venne eletto primo segretario del partito Alexander Dubcek e per la Cecoslovacchia cominciò un periodo caratterizzato da un forte impulso al rinnovamento e dall’inserimento di elementi democratici (Primavera di Praga).
Il 21 agosto dello stesso anno, però, le truppe del Patto di Varsavia invasero il paese e ripristinarono il pieno potere e il controllo dell’Unione Sovietica.
Solo nel 1989 il paese assunse il nome di Repubblica federativa Ceca e Slovacca e nell’ottobre del 1992 le due repubbliche adottarono una risoluzione (v.) che sanciva la costituzione, a partire dal 1° gennaio 1993, dei due stati indipendenti.
La Repubblica Ceca ha firmato l’accordo europeo (v.) il 4 ottobre 1993 ed ha presentato domanda di adesione (v.) all’UE nel 1996.
Tra i paesi che hanno presentato domanda di adesione, la Comunità ha distinto fra quelli che, grazie al loro particolare sforzo di adeguamento legislativo, economico, sociale e culturale ricadono nel primo gruppo: Polonia, Ungheria, Cipro, Repubblica Ceca, Estonia e Slovenia; e quelli facenti parte del secondo gruppo che avranno, invece, un cammino più lungo da percorrere sulla strada dell’Unione. Questi ultimi sono: Bulgaria, Romania, Slovacchia, Lituania e Lettonia.
Il 12 dicembre 1997 si è aperto a Lussemburgo il vertice UE con il quale si sono predisposti gli strumenti utili ad avviare quel processo di ampliamento in grado di includere gradualmente tutti gli Stati che intendano far parte dell’Unione. Tra le decisioni prese a Lussemburgo, oltre alla istituzione di una Conferenza permanente sull’allargamento, si è predisposto l’avvio dei negoziati bilaterali con i sei paesi del primo gruppo.
La prima conferenza europea si è tenuta a Londra ed ha messo in luce la necessità di una più stretta collaborazione di tutti i paesi partecipanti allo scopo di risolvere i problemi legati alla criminalità organizzata ed alle politiche ambientali.
Il 31 marzo 1998 si sono aperti i negoziati bilaterali di adesione con i sei paesi del primo gruppo tra i quali, come già si è detto, figura la Repubblica Ceca.
Il Consiglio europeo (v.) ha tenuto a precisare che la contemporanea apertura dei negoziati non significherà che questi paesi arriveranno insieme a concluderli. Infatti, ciascuno di essi condurrà il negoziato in tempi coerenti ai risultati che sarà riuscito a raggiungere.
La Repubblica Ceca viene definita nell’Agenda 2000 (v.) una democrazia dotata di istituzioni stabili che garantiscono lo stato di diritto, i diritti umani (v.) ed il rispetto e la tutela delle minoranze. Può essere considerata una economia di mercato funzionante potenzialmente in grado, nel medio termine, di fronteggiare la concorrenza del mercato unico (v.).
Sono necessari, però, ulteriori progressi ed investimenti nei settori dell’agricoltura, dell’ambiente e dell’energia. Si incoraggiano, inoltre, riforme supplementari in campo amministrativo per la creazione di strutture capaci di applicare e far rispettare l’acquis communautaire (v.).