Rapporto Tindemans
Rapporto Tindemans
Documento, presentato al Consiglio europeo il 29 dicembre 1975 dall’allora primo ministro belga Leo Tindemans, contenente un progetto sullo sviluppo dell’Unione europea.
La redazione di questo rapporto era stata richiesta durante il vertice di Parigi del 1974 affinché venisse definita la nozione di “Unione europea” e fossero individuate le tappe della sua integrazione.
Il rapporto Tindemans partiva dalla constatazione che la creazione di un’Europa unita dovesse ricevere nuova linfa e vitalità soprattutto attraverso la riorganizzazione dell’assetto istituzionale comunitario e lo sviluppo di politiche comuni.
In quest’ottica il documento risultava diviso in cinque sezioni: una visione comune dell’Europa, l’Europa nel mondo, l’Europa economica e sociale, l’Europa dei cittadini, il rafforzamento delle istituzioni.
Il primo ministro belga sottolineava, nel suo documento, l’importanza di avviare azioni concrete che avvicinassero i cittadini comunitari alle istituzioni europee; tali azioni riguardavano la protezione dei diritti fondamentali (v. Diritti umani), la tutela dei consumatori (v.), la protezione dell’ambiente (v. >Politica dell’ambiente), l’instaurazione della libera circolazione delle persone (v.), di una politica comune di educazione e di informazione.
Dal punto di vista istituzionale, il rapporto conteneva proposte volte a rendere più efficiente il sistema già in vigore attraverso l’attribuzione al Parlamento europeo di maggiori poteri, quali l’iniziativa legislativa (v.), e al Consiglio europeo la facoltà di indicare sistematicamente gli organi competenti a dare attuazione alle sue decisioni.
Sebbene i contenuti del documento fossero di notevole importanza, il rapporto Tindemans non fu accolto con grande entusiasmo e, dopo essere rimasto tra gli argomenti di discussione del Consiglio europeo per quattro anni, fu accantonato a causa di contrasti politici all’interno della Comunità.
Documento, presentato al Consiglio europeo il 29 dicembre 1975 dall’allora primo ministro belga Leo Tindemans, contenente un progetto sullo sviluppo dell’Unione europea.
La redazione di questo rapporto era stata richiesta durante il vertice di Parigi del 1974 affinché venisse definita la nozione di “Unione europea” e fossero individuate le tappe della sua integrazione.
Il rapporto Tindemans partiva dalla constatazione che la creazione di un’Europa unita dovesse ricevere nuova linfa e vitalità soprattutto attraverso la riorganizzazione dell’assetto istituzionale comunitario e lo sviluppo di politiche comuni.
In quest’ottica il documento risultava diviso in cinque sezioni: una visione comune dell’Europa, l’Europa nel mondo, l’Europa economica e sociale, l’Europa dei cittadini, il rafforzamento delle istituzioni.
Il primo ministro belga sottolineava, nel suo documento, l’importanza di avviare azioni concrete che avvicinassero i cittadini comunitari alle istituzioni europee; tali azioni riguardavano la protezione dei diritti fondamentali (v. Diritti umani), la tutela dei consumatori (v.), la protezione dell’ambiente (v. >Politica dell’ambiente), l’instaurazione della libera circolazione delle persone (v.), di una politica comune di educazione e di informazione.
Dal punto di vista istituzionale, il rapporto conteneva proposte volte a rendere più efficiente il sistema già in vigore attraverso l’attribuzione al Parlamento europeo di maggiori poteri, quali l’iniziativa legislativa (v.), e al Consiglio europeo la facoltà di indicare sistematicamente gli organi competenti a dare attuazione alle sue decisioni.
Sebbene i contenuti del documento fossero di notevole importanza, il rapporto Tindemans non fu accolto con grande entusiasmo e, dopo essere rimasto tra gli argomenti di discussione del Consiglio europeo per quattro anni, fu accantonato a causa di contrasti politici all’interno della Comunità.