Rapporto Davignon
Rapporto Davignon
La Conferenza dell’Aja del dicembre 1969 aveva dato mandato ai ministri degli Affari Esteri di attivarsi in merito alla definizione di un piano che potesse agevolare al massimo l’unificazione politica d’Europa.
Per dare esecuzione all’accordo dell’Aja fu istituito un comitato presieduto dal visconte Davignon (v.) con il compito di preparare il rapporto che prese appunto il suo nome.
Tale rapporto, che faceva il punto sugli obiettivi da perseguire nel senso della cooperazione nel campo della politica estera, venne approvato nella riunione dei ministri degli Affari Esteri tenutasi a Bruxelles il 20 luglio 1970.
Il rapporto Davignon prevedeva delle riunioni periodiche dei ministri nelle quali si potesse discutere di tutte le questioni di politica estera nell’ottica di una efficace armonizzazione degli intenti.
Pur non raggiungendo gli scopi previsti, il rapporto fu comunque un primo importante passo verso il difficile cammino della politica comune, soprattutto perché segnava una svolta significativa rispetto alla politica gollista, accentuando la personalità politica esterna della Comunità.
La Conferenza dell’Aja del dicembre 1969 aveva dato mandato ai ministri degli Affari Esteri di attivarsi in merito alla definizione di un piano che potesse agevolare al massimo l’unificazione politica d’Europa.
Per dare esecuzione all’accordo dell’Aja fu istituito un comitato presieduto dal visconte Davignon (v.) con il compito di preparare il rapporto che prese appunto il suo nome.
Tale rapporto, che faceva il punto sugli obiettivi da perseguire nel senso della cooperazione nel campo della politica estera, venne approvato nella riunione dei ministri degli Affari Esteri tenutasi a Bruxelles il 20 luglio 1970.
Il rapporto Davignon prevedeva delle riunioni periodiche dei ministri nelle quali si potesse discutere di tutte le questioni di politica estera nell’ottica di una efficace armonizzazione degli intenti.
Pur non raggiungendo gli scopi previsti, il rapporto fu comunque un primo importante passo verso il difficile cammino della politica comune, soprattutto perché segnava una svolta significativa rispetto alla politica gollista, accentuando la personalità politica esterna della Comunità.