Presidenza semestrale
Presidenza semestrale art. 203 Trattato CE
È la denominazione con cui viene talvolta indicata la Presidenza del Consiglio (v.) in virtù del fatto che, secondo quanto disposto dall’art. 203 del Trattato CE, essa viene esercitata a turno da ciascuno Stato membro per un periodo di sei mesi.
In origine, e fino all’ultima tornata di adesioni, l’ordine di rotazione della Presidenza era fissato dallo stesso Trattato, che adottava come criterio quello della denominazione di ciascun paese nella sua lingua nazionale.
L’ordine di successione alla Presidenza era per un primo ciclo di sei anni il seguente: Belgio (Belgie, Belgique); Danimarca (Danmark); Germania Federale (Deutschland-BDR); Grecia (Ellas); Spagna (España); Francia (France); Irlanda (Ireland); Italia; Lussemburgo (Luxembourg); Paesi Bassi (Nederland); Portogallo (Pourtgal); Regno Unito (United Kingdom).
Durante il successivo ciclo di sei anni l’ordine era corretto invertendo gli Stati a coppie (e cioè: Danimarca, Belgio, Grecia, Germania, Francia, Spagna, Italia, Irlanda, Paesi Bassi, Lussemburgo, Regno Unito, Portogallo) in modo che a ciascuno Stato toccasse la Presidenza nel semestre diverso da quello in cui l’aveva esercitata nel primo ciclo.
Con la firma del Trattato di adesione (v.) dell’Austria, della Finlandia e della Svezia si è proceduto ad una modifica dell’articolo 203, attribuendo allo stesso Consiglio il compito di decidere, con una delibera assunta all’unanimità (v.), l’ordine di rotazione dei diversi Stati alla Presidenza del Consiglio dell’Unione. Tale modifica si è resa necessaria essenzialmente per due ordini di motivi:
— occorreva riformulare l’ordine di rotazione per consentire ai nuovi Stati membri di esercitare il proprio mandato negli anni successivi alla loro adesione;
— il criterio di rotazione secondo l’ordine alfabetico risultava scarsamente efficace, soprattutto perché poteva accadere che la Presidenza fosse esercitata per lunghi pe-riodi da Stati piccoli. Con il nuovo criterio si è cercato di far rientrare sempre nella troika (v.) di Presidenza uno Stato più grande.
La delibera per la rotazione della Presidenza fino al 2003 è stata assunta dal Consiglio negli ultimi mesi del 1995 ed è stata applicata a partire dal primo semestre del 1996.
Nella prospettiva dell’allargamento quello della turnazione semestrale della Presidenza costituisce uno dei problemi istituzionali da affrontare. Una Unione con oltre 20 Stati membri porterebbe ad attribuire la Presidenza allo stesso Stato con un intervallo più che decennale, con notevoli riflessi sull’autorevolezza di questa istituzione che invece dovrebbe garantire quella necessaria continuità all’azione interna ed esterna dell’Unione europea.
La Presidenza del Consiglio (*)
1° semestre 2000: Portogallo
2° semestre 2000: Francia
1° semestre 2001: Svezia
2° semestre 2001: Belgio
1° semestre 2002: Spagna
2° semestre 2002: Danimarca
1° semestre 2003: Grecia
(*) La successione degli Stati è suscettibile di variazioni con decisione unanime del Consiglio stesso.
È la denominazione con cui viene talvolta indicata la Presidenza del Consiglio (v.) in virtù del fatto che, secondo quanto disposto dall’art. 203 del Trattato CE, essa viene esercitata a turno da ciascuno Stato membro per un periodo di sei mesi.
In origine, e fino all’ultima tornata di adesioni, l’ordine di rotazione della Presidenza era fissato dallo stesso Trattato, che adottava come criterio quello della denominazione di ciascun paese nella sua lingua nazionale.
L’ordine di successione alla Presidenza era per un primo ciclo di sei anni il seguente: Belgio (Belgie, Belgique); Danimarca (Danmark); Germania Federale (Deutschland-BDR); Grecia (Ellas); Spagna (España); Francia (France); Irlanda (Ireland); Italia; Lussemburgo (Luxembourg); Paesi Bassi (Nederland); Portogallo (Pourtgal); Regno Unito (United Kingdom).
Durante il successivo ciclo di sei anni l’ordine era corretto invertendo gli Stati a coppie (e cioè: Danimarca, Belgio, Grecia, Germania, Francia, Spagna, Italia, Irlanda, Paesi Bassi, Lussemburgo, Regno Unito, Portogallo) in modo che a ciascuno Stato toccasse la Presidenza nel semestre diverso da quello in cui l’aveva esercitata nel primo ciclo.
Con la firma del Trattato di adesione (v.) dell’Austria, della Finlandia e della Svezia si è proceduto ad una modifica dell’articolo 203, attribuendo allo stesso Consiglio il compito di decidere, con una delibera assunta all’unanimità (v.), l’ordine di rotazione dei diversi Stati alla Presidenza del Consiglio dell’Unione. Tale modifica si è resa necessaria essenzialmente per due ordini di motivi:
— occorreva riformulare l’ordine di rotazione per consentire ai nuovi Stati membri di esercitare il proprio mandato negli anni successivi alla loro adesione;
— il criterio di rotazione secondo l’ordine alfabetico risultava scarsamente efficace, soprattutto perché poteva accadere che la Presidenza fosse esercitata per lunghi pe-riodi da Stati piccoli. Con il nuovo criterio si è cercato di far rientrare sempre nella troika (v.) di Presidenza uno Stato più grande.
La delibera per la rotazione della Presidenza fino al 2003 è stata assunta dal Consiglio negli ultimi mesi del 1995 ed è stata applicata a partire dal primo semestre del 1996.
Nella prospettiva dell’allargamento quello della turnazione semestrale della Presidenza costituisce uno dei problemi istituzionali da affrontare. Una Unione con oltre 20 Stati membri porterebbe ad attribuire la Presidenza allo stesso Stato con un intervallo più che decennale, con notevoli riflessi sull’autorevolezza di questa istituzione che invece dovrebbe garantire quella necessaria continuità all’azione interna ed esterna dell’Unione europea.
La Presidenza del Consiglio (*)
1° semestre 2000: Portogallo
2° semestre 2000: Francia
1° semestre 2001: Svezia
2° semestre 2001: Belgio
1° semestre 2002: Spagna
2° semestre 2002: Danimarca
1° semestre 2003: Grecia
(*) La successione degli Stati è suscettibile di variazioni con decisione unanime del Consiglio stesso.