Politica energetica

Politica energetica

Politica finalizzata alla creazione di un mercato interno (v.) dell’energia.
Inizialmente l’intervento comunitario in questo settore era limitato ai campi d’azione tracciati dalle disposizioni specifiche contenute nei Trattati CECA ed EURATOM, relative rispettivamente al carbone e all’energia nucleare.
Fu soltanto in seguito alla crisi petrolifera del 1973, e alla conseguente necessità di ridurre la forte dipendenza che i paesi europei avevano sviluppato nei confronti delle importazioni di greggio, che cominciò a delinearsi una vera e propria strategia nel settore energetico, fondata sulla diversificazione delle fonti energetiche e sulla riduzione dei consumi.
In seguito al Vertice europeo tenutosi a Copenaghen nel dicembre del 1973 fu deciso che la Comunità avrebbe adottato una politica centralizzata in materia di accumulo e gestione delle scorte, che sarebbero state gestite da un apposito organismo, il Comitato dell’energia.
Nel corso degli anni ’80 la Comunità arrivò pertanto a ridurre del 50% le sue importazioni di greggio e del 20% i suoi consumi energetici; in questo periodo furono inoltre adottate le prime misure dirette a ridurre i danni ambientali provocati dall’impiego di alcune fonti energetiche altamente inquinanti. Fra queste, l’introduzione della benzina senza piombo, la diminuzione del tasso di zolfo nei combustibili per il riscaldamento e la limitazione delle sostanze tossiche emesse dai gas di scarico delle automobili.
All’inizio degli anni ’90 cominciò tuttavia a registrarsi una nuova crescita della dipendenza della Comunità in materia di approvvigionamento energetico, accompagnata da una serie di fenomeni piuttosto allarmanti, fra cui l’influenza sulle condizioni climatiche della presenza di biossido di carbonio nell’atmosfera e i problemi concernenti l’energia nucleare e lo smaltimento delle scorie. Da qui la necessità che la Comunità si adoperasse affinché le azioni promosse dagli Stati membri potessero convergere verso obiettivi comuni.
Un primo passo in questa direzione è stato compiuto con la pubblicazione del Libro verde (v.) nel gennaio 1995, con il quale la Commissione ha provveduto a delineare le tre principali finalità verso cui devono tendere gli Stati membri nell’elaborazione di una politica energetica comune: assicurare la sicurezza dell’approvvigionamento, promuovere la tutela dell’ambiente e garantire la sicurezza dei consumatori.
Il Libro bianco (v.) pubblicato dalla Commissione nel dicembre dello stesso anno ha poi provveduto a tradurre questi obiettivi in veri e propri orientamenti per la politica energetica degli anni a venire.
Il documento, intitolato “Una politica energetica per l’Unione europea ”, ha difatti proposto un programma d’azione per una durata di cinque anni, da realizzarsi attraverso i seguenti interventi strategici:
— l’integrazione del mercato energetico sulla base del principio dei mercati aperti e concorrenziali, che comporta la fissazione un quadro politico generale che tenga conto delle differenze strutturali del mercato dell’energia all’interno degli Stati membri;
— il sostegno dello sviluppo durevole, che si sostanzia nella necessità di rendere compatibili gli obiettivi energetici e quelli ambientali. Tali interventi comportano l’adozione di misure economiche e fiscali tese a limitare le emissioni di gas ad effetto serra, l’utilizzo di un sistema più trasparente di fissazione del costo totale della produzione e del consumo di energia e la sensibilizzazione dei cittadini europei nei confronti dell’influenza che le scelte individuali in questo settore possono avere sull’ambiente;
— la promozione della ricerca e delle tecnologie avanzate, allo scopo di contribuire alla diffusione delle fonti energetiche alternative, allo sviluppo durevole e alla riduzione dei consumi. Tale finalità può essere raggiunta mediante una maggiore integrazione fra le esigenze del mercato dell’energia e le varie fasi della ricerca e dello sviluppo tecnologico in questo campo;
— la gestione della dipendenza energetica, che consenta di garantire la sicurezza degli approvvigionamenti attraverso la valutazione dell’aumento dei consumi energetici a livello mondiale e della situazione politica dei principali paesi fornitori. Approvvigionamenti più sicuri potrebbero inoltre essere favoriti dall’instaurazione di relazioni più strette con i paesi terzi in campo energetico, in modo da poter rispondere in maniera più flessibile ad eventuali interruzioni di forniture di energie fondamentali, quali petrolio e gas.
L’impegno comunitario nel settore energetico è proseguito con l’adozione della comunicazione della Commissione del 23 aprile 1997, in cui vengono individuate le sfide principali che la Comunità sarà chiamata ad affrontare nei prossimi anni.
Fra queste:
— la necessità di rendere i mercati energetici maggiormente rispondenti alle urgenze ambientali, con particolare riferimento agli impegni presi dalla Comunità in tema di cambiamenti climatici;
— l’aumento vertiginoso della dipendenza energetica dei paesi membri, che per il 2020 raggiungerà probabilmente il 70 % per il gas naturale, l’80 % per il carbone ed il 90% per il petrolio;
— l’esigenza di assicurare prezzi energetici più competitivi, in grado di adeguarsi al processo di globalizzazione dell’economia.
Fra gli strumenti più importanti elaborati nel corso degli anni ’90 nel quadro della politica energetica, l’adozione della >Carta europea dell’energia (v.), firmata nel 1991 da 51 Stati e contenente i principi fondamentali che i paesi firmatari dovrebbero osservare per consentire la creazione di un libero mercato delle risorse energetiche.
Allo scopo di rendere vincolanti i principi enunciati dalla Carta sull’energia, gli Stati firmatari hanno in seguito provveduto a concludere il Trattato sulla Carta europea dell’energia, che contiene disposizioni relative alla tutela degli investimenti, allo scambio di materiali e prodotti energetici, al transito e alla soluzione delle controversie.
Nel 1994 il Consiglio europeo ha inoltre stabilito un programma specifico relativo al finanziamento delle reti transeuropee (v.) di trasporto dell’energia.
La Comunità contribuisce inoltre, a sostenere una serie di programmi diretti al progresso tecnologico nel settore dell’approvvigionamento, dell’utilizzo delle risorse energetiche e della conversione. Fra questi, Altener (v.) e SAVE (v.) per la riduzione del disossido di carbonio e lo sviluppo delle energie rinnovabili e >Energia, ambiente e sviluppo sostenibile (v.), programma di ricerca nel settore dell’energia non nucleare.
Infine è da menzionare il >programma quadro nel settore dell’energia (v.) e misure connesse per il periodo 1998-2002, adottato con decisione del Consiglio il 14 dicembre 1998 n. 1999/21/CE/Euratom.

Politica energetica


Base giuridica:
artt. 3, lett. u, 154 Trattato CE; Trattato CECA; Trattato Euratom

Direzione generale responsabile:
Direzione generale dell’energia

Sito Internet:
www.europa.eu.int/comm/dgs/energy/index_it.htm

Voci collegate:
ALURE, Carta europea dell’energia, CEEA, Energia, ambiente e sviluppo sostenibile, Programma quadro nel settore dell’energia, Reti transeuropee, SAVE, Synergy