Piano Werner
Piano Werner
Presentato alla Commissione europea l’8 maggio 1970, costituì il primo progetto volto alla creazione di un’unione economica e monetaria (v. UEM).
La crisi del franco del 1968 aveva rivelato in tutta la sua portata l’insufficienza della politica comunitaria in campo monetario, dimostrando che le politiche di intervento nazionali non consentivano agli Stati europei di gestire le crisi che scoppiavano al di fuori del loro territorio.
Il Consiglio affidò pertanto ad un comitato di esperti, presieduto dal presidente e ministro delle finanze del governo lussemburghese Pierre Werner, il compito di presentare un progetto di cooperazione economica e monetaria.
In realtà in rapporto Werner fu il risultato di un compromesso fra le posizioni divergenti degli Stati membri in merito alle priorità necessarie in vista del raggiungimento di un siffatto obiettivo.
Alcuni Stati, come Germania e Paesi Bassi, ritenevano che il coordinamento delle politiche economiche costituisse il fondamento indispensabile dell’integrazione monetaria.
Altri, fra cui Francia e Lussemburgo, erano convinti invece che l’unione monetaria dovesse precedere l’armonizzazione delle politiche economiche fra gli Stati membri.
Il rapporto Werner affermò la necessità di uno sviluppo parallelo dei settori economico e monetario.
Venne pertanto delineato un percorso in tre fasi da completare entro 10 anni: il coordinamento delle politiche nazionali, l’armonizzazione secondo direttive comuni, una gestione comune affiancata da un trasferimento di competenze.
La realizzazione della prima fase prevedeva l’attuazione di politiche monetarie, di bilancio e fiscali, nonché interventi inerenti la libera circolazione dei capitali. Il contenuto delle due fasi successive non veniva invece precisato.
Anche se il piano Werner non ebbe alcun seguito, ha il merito di aver tracciato le linee generali della politica monetaria comune che sarebbe stata attuata dal 1971 al 1978 e rappresentò sicuramente anche un modello per l’elaborazione del successivo rapporto Delors (v.).
Gli Stati membri della Comunità decisero infatti di creare comunque dei meccanismi per evitare fluttuazioni fra le monete europee. Tale decisione portò all’esperienza del serpente monetario (v.).
Presentato alla Commissione europea l’8 maggio 1970, costituì il primo progetto volto alla creazione di un’unione economica e monetaria (v. UEM).
La crisi del franco del 1968 aveva rivelato in tutta la sua portata l’insufficienza della politica comunitaria in campo monetario, dimostrando che le politiche di intervento nazionali non consentivano agli Stati europei di gestire le crisi che scoppiavano al di fuori del loro territorio.
Il Consiglio affidò pertanto ad un comitato di esperti, presieduto dal presidente e ministro delle finanze del governo lussemburghese Pierre Werner, il compito di presentare un progetto di cooperazione economica e monetaria.
In realtà in rapporto Werner fu il risultato di un compromesso fra le posizioni divergenti degli Stati membri in merito alle priorità necessarie in vista del raggiungimento di un siffatto obiettivo.
Alcuni Stati, come Germania e Paesi Bassi, ritenevano che il coordinamento delle politiche economiche costituisse il fondamento indispensabile dell’integrazione monetaria.
Altri, fra cui Francia e Lussemburgo, erano convinti invece che l’unione monetaria dovesse precedere l’armonizzazione delle politiche economiche fra gli Stati membri.
Il rapporto Werner affermò la necessità di uno sviluppo parallelo dei settori economico e monetario.
Venne pertanto delineato un percorso in tre fasi da completare entro 10 anni: il coordinamento delle politiche nazionali, l’armonizzazione secondo direttive comuni, una gestione comune affiancata da un trasferimento di competenze.
La realizzazione della prima fase prevedeva l’attuazione di politiche monetarie, di bilancio e fiscali, nonché interventi inerenti la libera circolazione dei capitali. Il contenuto delle due fasi successive non veniva invece precisato.
Anche se il piano Werner non ebbe alcun seguito, ha il merito di aver tracciato le linee generali della politica monetaria comune che sarebbe stata attuata dal 1971 al 1978 e rappresentò sicuramente anche un modello per l’elaborazione del successivo rapporto Delors (v.).
Gli Stati membri della Comunità decisero infatti di creare comunque dei meccanismi per evitare fluttuazioni fra le monete europee. Tale decisione portò all’esperienza del serpente monetario (v.).