Piano Waigel
Piano Waigel
Predisposto dall’allora ministro delle finanze tedesco e presentato a Bruxelles il 31 marzo 1998, è il documento che sancisce l’impegno di alcuni Stati membri a procedere velocemente ad una riduzione del debito pubblico in vista della partecipazione alla moneta unica europea (v. Euro).
Il parametro più importante ai fini della convergenza economica tra gli Stati membri è sempre stato considerato il rapporto deficit/PIL, che doveva risultare inferiore al 3% (v. Criteri di convergenza). Lo stesso patto di stabilità e crescita (v.) è mirato essenzialmente a garantire che anche nel futuro tale parametro non sia superato.
Tuttavia dai dati contenuti nei rapporti finali della Commissione e dell’IME (v.) il criterio di convergenza meno rispettato dagli Stati aderenti alla moneta unica non è stato il rapporto deficit/PIL, bensì quello tra il debito pubblico e il PIL (che non avrebbe dovuto superare il 60%).
Da questo punto di vista la situazione più preoccupante è quella del Belgio e dell’Italia, Stati nei quali tale rapporto supera il 120% (più del doppio rispetto al valore di riferimento).
La situazione del debito pubblico belga e italiano ha pertanto indotto alcuni Stati, in particolare Germania e Paesi Bassi, a proporre l’elaborazione di un siffatto documento.
I sei punti del Piano Waigel, noto anche come superpatto di stabilità, prevedevano:
— la stretta sorveglianza del bilancio del 1998 ed adozione immediata di misure correttive, se necessarie;
— l’anticipo della data di adozione del patto di stabilità al 3 maggio;
— l’anticipo del bilancio del 1999 per verificarne la compatibilità con il comune interesse;
— l’impegno rigoroso per una riduzione accelerata del debito;
— la responsabilità esclusiva dei singoli Stati membri in caso di consolidamento del debito;
— in caso di congiuntura migliore delle attese la destinazione degli attivi di bilancio alla riduzione del debito.
Il punto più controverso della proposta era proprio quello riguardante l’obbligo di destinare tutte le eventuali risorse che si fossero liberate alla riduzione del debito pubblico, che aveva incontrato la netta opposizione di alcuni Stati.
Per questo motivo alla riunione di Bruxelles dei capi di Stato e di governo del 2 maggio 1998 è stata approvata una versione meno restrittiva del Piano Waigel: l’originario obbligo di destinare alla riduzione del debito “tutti i margini” di bilancio è stato trasformato in una “opportunità per rafforzare il consolidamento dei bilanci”.
Predisposto dall’allora ministro delle finanze tedesco e presentato a Bruxelles il 31 marzo 1998, è il documento che sancisce l’impegno di alcuni Stati membri a procedere velocemente ad una riduzione del debito pubblico in vista della partecipazione alla moneta unica europea (v. Euro).
Il parametro più importante ai fini della convergenza economica tra gli Stati membri è sempre stato considerato il rapporto deficit/PIL, che doveva risultare inferiore al 3% (v. Criteri di convergenza). Lo stesso patto di stabilità e crescita (v.) è mirato essenzialmente a garantire che anche nel futuro tale parametro non sia superato.
Tuttavia dai dati contenuti nei rapporti finali della Commissione e dell’IME (v.) il criterio di convergenza meno rispettato dagli Stati aderenti alla moneta unica non è stato il rapporto deficit/PIL, bensì quello tra il debito pubblico e il PIL (che non avrebbe dovuto superare il 60%).
Da questo punto di vista la situazione più preoccupante è quella del Belgio e dell’Italia, Stati nei quali tale rapporto supera il 120% (più del doppio rispetto al valore di riferimento).
La situazione del debito pubblico belga e italiano ha pertanto indotto alcuni Stati, in particolare Germania e Paesi Bassi, a proporre l’elaborazione di un siffatto documento.
I sei punti del Piano Waigel, noto anche come superpatto di stabilità, prevedevano:
— la stretta sorveglianza del bilancio del 1998 ed adozione immediata di misure correttive, se necessarie;
— l’anticipo della data di adozione del patto di stabilità al 3 maggio;
— l’anticipo del bilancio del 1999 per verificarne la compatibilità con il comune interesse;
— l’impegno rigoroso per una riduzione accelerata del debito;
— la responsabilità esclusiva dei singoli Stati membri in caso di consolidamento del debito;
— in caso di congiuntura migliore delle attese la destinazione degli attivi di bilancio alla riduzione del debito.
Il punto più controverso della proposta era proprio quello riguardante l’obbligo di destinare tutte le eventuali risorse che si fossero liberate alla riduzione del debito pubblico, che aveva incontrato la netta opposizione di alcuni Stati.
Per questo motivo alla riunione di Bruxelles dei capi di Stato e di governo del 2 maggio 1998 è stata approvata una versione meno restrittiva del Piano Waigel: l’originario obbligo di destinare alla riduzione del debito “tutti i margini” di bilancio è stato trasformato in una “opportunità per rafforzare il consolidamento dei bilanci”.