Piano Mansholt
Piano Mansholt
Elaborato dal vicepresidente della Commissione Sicco Mansholt (v.) nel 1968 e adottato nel 1972 rappresenta la prima proposta per una politica agricola (v. PAC) strutturale.
Il progetto prevedeva un piano decennale, “Agricoltura 1980”, mirante al miglioramento dei redditi agricoli attraverso un miglioramento delle strutture aziendali, arrestando la spirale dei costi della politica agricola comune. Tale piano, in particolare, proponeva di creare aziende agricole di proporzioni più ampie, adeguate alla realtà dei mercati di sbocco. Una più intensa meccanizzazione, raggiungibile più facilmente da imprese agricole di dimensioni più ampie, avrebbe anche favorito l’aumento della produttività del lavoro.
Le maggiori dimensioni delle imprese avrebbero favorito un uso più efficiente del lavoro e del capitale. Era già in atto un crescente esodo rurale che a detta della Commissione, doveva essere accelerato se si voleva che il tenore di vita della popolazione agricola restante aumentasse.
Per raggiungere tale obiettivo il piano Mansholt prevedeva, altresì, che nel 1980 la popolazione agricola sarebbe scesa al 6% della popolazione attiva complessiva e che la superficie agricola della Comunità sarebbe stata ridotta di almeno 5 milioni di ettari. Si prevedeva infine che la spesa per il sostegno dei prezzi sarebbe sensibilmente calata.
Elaborato dal vicepresidente della Commissione Sicco Mansholt (v.) nel 1968 e adottato nel 1972 rappresenta la prima proposta per una politica agricola (v. PAC) strutturale.
Il progetto prevedeva un piano decennale, “Agricoltura 1980”, mirante al miglioramento dei redditi agricoli attraverso un miglioramento delle strutture aziendali, arrestando la spirale dei costi della politica agricola comune. Tale piano, in particolare, proponeva di creare aziende agricole di proporzioni più ampie, adeguate alla realtà dei mercati di sbocco. Una più intensa meccanizzazione, raggiungibile più facilmente da imprese agricole di dimensioni più ampie, avrebbe anche favorito l’aumento della produttività del lavoro.
Le maggiori dimensioni delle imprese avrebbero favorito un uso più efficiente del lavoro e del capitale. Era già in atto un crescente esodo rurale che a detta della Commissione, doveva essere accelerato se si voleva che il tenore di vita della popolazione agricola restante aumentasse.
Per raggiungere tale obiettivo il piano Mansholt prevedeva, altresì, che nel 1980 la popolazione agricola sarebbe scesa al 6% della popolazione attiva complessiva e che la superficie agricola della Comunità sarebbe stata ridotta di almeno 5 milioni di ettari. Si prevedeva infine che la spesa per il sostegno dei prezzi sarebbe sensibilmente calata.