Patto sulla stabilità in Europa
Patto sulla stabilità in Europa Decisione 20 dicembre 1993, n. 728/93/PESC; Decisione 14 giugno 1994, n. 367/94/PESC
Si tratta di un documento la cui firma fu proposta nel 1992 dall’allora primo ministro francese Balladur e che rappresenta una delle prime azioni intraprese nell’ambito cooperazione nel settore della politica estera e della sicurezza comune (v. PESC); con il Patto si invitavano tutti gli Stati europei a prendere atto del mutato scenario politico europeo e tentare di creare un nuovo equilibrio sul continente europeo, basato su relazioni pacifiche e amichevoli tra i popoli.
L’intento, infatti, era quello di propiziare nuove intese grazie alle quali gli Stati, consolidando i reciproci rapporti, potessero progredire nel campo della democrazia, del rispetto dei diritti umani, dello sviluppo economico e della pace.
Il documento definiva anche l’organizzazione di due tavole rotonde regionali che riguardavano, rispettivamente, la regione baltica e i paesi dell’Europa centrale ed orientale (v. PECO).
L’obiettivo era quello di predisporre accordi e progetti volti ad agevolare la realizzazione di provvedimenti per l’instaurazione di rapporti di buon vicinato nei settori della cooperazione regionale frontaliera, delle questioni relative alle minoranze, della cooperazione culturale, economica e giuridica e dei problemi ambientali.
Il Patto, formalmente sottoscritto il 21 marzo 1995, non prevedeva la creazione di nuove istituzioni ad hoc, ma affidava all’OSCE (v.) la responsabilità di monitorarne gli sviluppi, seguendo l’attuazione degli accordi e delle intese.
L’Unione europea, inoltre, si offriva nel ruolo di mediatore nel caso in cui fossero sorte difficoltà nei rapporti bilaterali.
Si tratta di un documento la cui firma fu proposta nel 1992 dall’allora primo ministro francese Balladur e che rappresenta una delle prime azioni intraprese nell’ambito cooperazione nel settore della politica estera e della sicurezza comune (v. PESC); con il Patto si invitavano tutti gli Stati europei a prendere atto del mutato scenario politico europeo e tentare di creare un nuovo equilibrio sul continente europeo, basato su relazioni pacifiche e amichevoli tra i popoli.
L’intento, infatti, era quello di propiziare nuove intese grazie alle quali gli Stati, consolidando i reciproci rapporti, potessero progredire nel campo della democrazia, del rispetto dei diritti umani, dello sviluppo economico e della pace.
Il documento definiva anche l’organizzazione di due tavole rotonde regionali che riguardavano, rispettivamente, la regione baltica e i paesi dell’Europa centrale ed orientale (v. PECO).
L’obiettivo era quello di predisporre accordi e progetti volti ad agevolare la realizzazione di provvedimenti per l’instaurazione di rapporti di buon vicinato nei settori della cooperazione regionale frontaliera, delle questioni relative alle minoranze, della cooperazione culturale, economica e giuridica e dei problemi ambientali.
Il Patto, formalmente sottoscritto il 21 marzo 1995, non prevedeva la creazione di nuove istituzioni ad hoc, ma affidava all’OSCE (v.) la responsabilità di monitorarne gli sviluppi, seguendo l’attuazione degli accordi e delle intese.
L’Unione europea, inoltre, si offriva nel ruolo di mediatore nel caso in cui fossero sorte difficoltà nei rapporti bilaterali.