Patto di fiducia
Patto di fiducia
Si tratta di una proposta, presentata il 5 giugno 1996 dall’allora Presidente della Commissione Jacques Santer, con la quale si intendeva sviluppare e approfondire le strategie di lotta alla disoccupazione già enucleate nel >Libro bianco su crescita, competitività e occupazione (v.). La denominazione ufficiale del documento è “Azione per l’occupazione in Europa: un patto di fiducia”.
L’obiettivo del Patto di fiducia è quello di coinvolgere le autorità pubbliche e le parti sociali (v.) in un approccio collettivo alle problematiche occupazionali che possa contemporaneamente specificare i rispettivi impegni.
Per raggiungere tale scopo i paesi membri si sono impegnati ad intensificare i propri sforzi verso la riforma dei sistemi occupazionali, tenuto conto che l’organizzazione del lavoro richiede sempre più flessibilità, adattamento tra offerta e domanda di lavoro e sviluppo di legami tra scuola ed impresa. Sarà inoltre necessaria una valorizzazione del potenziale del mercato interno (v.) che si otterrà rimuovendo gli ultimi ostacoli in materia di libera circolazione delle persone (v.) e dei lavoratori (v. Libera circolazione dei lavoratori), facilitando l’accesso delle PMI (v.) ai finanziamenti comunitari, aprendo di più l’accesso al mercato mondiale e contribuendo al rafforzamento del WTO (v.).
Si tratta di una proposta, presentata il 5 giugno 1996 dall’allora Presidente della Commissione Jacques Santer, con la quale si intendeva sviluppare e approfondire le strategie di lotta alla disoccupazione già enucleate nel >Libro bianco su crescita, competitività e occupazione (v.). La denominazione ufficiale del documento è “Azione per l’occupazione in Europa: un patto di fiducia”.
L’obiettivo del Patto di fiducia è quello di coinvolgere le autorità pubbliche e le parti sociali (v.) in un approccio collettivo alle problematiche occupazionali che possa contemporaneamente specificare i rispettivi impegni.
Per raggiungere tale scopo i paesi membri si sono impegnati ad intensificare i propri sforzi verso la riforma dei sistemi occupazionali, tenuto conto che l’organizzazione del lavoro richiede sempre più flessibilità, adattamento tra offerta e domanda di lavoro e sviluppo di legami tra scuola ed impresa. Sarà inoltre necessaria una valorizzazione del potenziale del mercato interno (v.) che si otterrà rimuovendo gli ultimi ostacoli in materia di libera circolazione delle persone (v.) e dei lavoratori (v. Libera circolazione dei lavoratori), facilitando l’accesso delle PMI (v.) ai finanziamenti comunitari, aprendo di più l’accesso al mercato mondiale e contribuendo al rafforzamento del WTO (v.).