Patto Andino
Patto Andino
È l’organizzazione regionale che comprende i paesi dell’America Latina (v.) firmatari dell’accordo di Cartagena, istitutivo del Patto: Bolivia, Ecuador, Perù e Venezuela.
L’Unione Europea ha siglato con il Patto Andino, il 23 aprile 1993, un accordo quadro di cooperazione il cui obiettivo fondamentale è quello di instaurare la più vasta cooperazione tra le due organizzazioni, senza escludere a priori alcun settore.
I campi disciplinati dall’accordo, ricomprendono tutti i settori degli scambi commerciali, degli investimenti, dei finanziamenti e della tecnologia, pur nel rispetto delle peculiarità nazionali e della peculiare situazione dei paesi in via di sviluppo (v. PVS); in particolar modo, nelle loro relazioni commerciali, le parti contraenti adottano la clausola della nazione più favorita (v.), conformemente a quanto stabilito nell’ambito del GATT (v.). In tutti i settori, inoltre, sono previsti incontri, seminari, conferenze volti alla diffusione e allo scambio di conoscenze, tecnologie, know-how etc.
L’accordo del 1993 prevede anche l’istituzione di una Commissione mista, quale organo responsabile del controllo del corretto funzionamento dell’accordo e del coordinamento delle attività avviate nel suo ambito.
I rapporti tra gli Stati membri dell’Unione europea e quelli del Patto Andino sono andati sviluppandosi nel corso degli anni, ampliando ulteriormente i settori di collaborazione e concretizzandosi nella Dichiarazione congiunta sul dialogo politico siglata a Roma il 30 giugno 1996.
La Dichiarazione mira a sviluppare un’ampia collaborazione, attraverso riunioni a livello ministeriale, soprattutto nel settore della lotta contro la droga (v.) e contro il riciclaggio dei proventi delle attività illecite (v. Lotta contro il riciclaggio di denaro).
È l’organizzazione regionale che comprende i paesi dell’America Latina (v.) firmatari dell’accordo di Cartagena, istitutivo del Patto: Bolivia, Ecuador, Perù e Venezuela.
L’Unione Europea ha siglato con il Patto Andino, il 23 aprile 1993, un accordo quadro di cooperazione il cui obiettivo fondamentale è quello di instaurare la più vasta cooperazione tra le due organizzazioni, senza escludere a priori alcun settore.
I campi disciplinati dall’accordo, ricomprendono tutti i settori degli scambi commerciali, degli investimenti, dei finanziamenti e della tecnologia, pur nel rispetto delle peculiarità nazionali e della peculiare situazione dei paesi in via di sviluppo (v. PVS); in particolar modo, nelle loro relazioni commerciali, le parti contraenti adottano la clausola della nazione più favorita (v.), conformemente a quanto stabilito nell’ambito del GATT (v.). In tutti i settori, inoltre, sono previsti incontri, seminari, conferenze volti alla diffusione e allo scambio di conoscenze, tecnologie, know-how etc.
L’accordo del 1993 prevede anche l’istituzione di una Commissione mista, quale organo responsabile del controllo del corretto funzionamento dell’accordo e del coordinamento delle attività avviate nel suo ambito.
I rapporti tra gli Stati membri dell’Unione europea e quelli del Patto Andino sono andati sviluppandosi nel corso degli anni, ampliando ulteriormente i settori di collaborazione e concretizzandosi nella Dichiarazione congiunta sul dialogo politico siglata a Roma il 30 giugno 1996.
La Dichiarazione mira a sviluppare un’ampia collaborazione, attraverso riunioni a livello ministeriale, soprattutto nel settore della lotta contro la droga (v.) e contro il riciclaggio dei proventi delle attività illecite (v. Lotta contro il riciclaggio di denaro).