Partenariato per la pace
Partenariato per la pace
Collaborazione instaurata durante il vertice di Bruxelles della NATO (v.) del gennaio 1994 per permettere ai paesi dell’est di avvicinarsi all’Alleanza atlantica, anche in vista di un suo futuro allargamento.
Il Partenariato per la pace, costituito in seno al Consiglio di Cooperazione Nord Atlantico, si propone l’obiettivo di rinforzare i legami tra i paesi NATO e i 22 Stati membri dell’antico Patto di Varsavia, l’Austria, Malta, la Finlandia e la Svezia.
La collaborazione è incentrata soprattutto sullo scambio d’informazioni, sul confronto tra le strategie nazionali di sicurezza, le iniziative umanitarie, anche se ogni Stato è libero di scegliere il grado di impegno (fino alla partecipazione a manovre militari, come ha fatto la Svezia).
Nell’ottobre del 1996, anche la Svizzera, paese neutrale per eccellenza, ha dato il via libera al legame di partenariato con la NATO (possibilità offerta soprattutto dalla mancata obbligatorietà del referendum popolare sull’argomento) che ha fatto perdere al sistema in esame il carattere di associazione con gli ex-nemici, trasformandosi in strumento di collaborazione anche con i paesi europei neutrali.
Collaborazione instaurata durante il vertice di Bruxelles della NATO (v.) del gennaio 1994 per permettere ai paesi dell’est di avvicinarsi all’Alleanza atlantica, anche in vista di un suo futuro allargamento.
Il Partenariato per la pace, costituito in seno al Consiglio di Cooperazione Nord Atlantico, si propone l’obiettivo di rinforzare i legami tra i paesi NATO e i 22 Stati membri dell’antico Patto di Varsavia, l’Austria, Malta, la Finlandia e la Svezia.
La collaborazione è incentrata soprattutto sullo scambio d’informazioni, sul confronto tra le strategie nazionali di sicurezza, le iniziative umanitarie, anche se ogni Stato è libero di scegliere il grado di impegno (fino alla partecipazione a manovre militari, come ha fatto la Svezia).
Nell’ottobre del 1996, anche la Svizzera, paese neutrale per eccellenza, ha dato il via libera al legame di partenariato con la NATO (possibilità offerta soprattutto dalla mancata obbligatorietà del referendum popolare sull’argomento) che ha fatto perdere al sistema in esame il carattere di associazione con gli ex-nemici, trasformandosi in strumento di collaborazione anche con i paesi europei neutrali.