Malta
Malta
Nel 1964 l’isola conquistò l’indipendenza dal dominio britannico e nel 1974 fu proclamata la repubblica. Il paese, che è rimasto membro del Commonwealth, fa parte anche dell’ONU (v.) e del >Consiglio d’Europa (v.) ed ha preso parte alla Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa (v. CSCE).
Nel 1970 Malta stipulò un accordo di associazione (v.) con la Comunità, che precludeva ad un ingresso a pieno titolo nell’arco di pochi anni. L’accordo fu tuttavia congelato dal governo laburista insediatosi nel 1971 e particolarmente restio al progetto comunitario.
Il partito nazionalista, più favorevole ad un ingresso nella Comunità e al potere dal 1987, decise di inoltrare il 16 luglio 1990 una vera e propria istanza di adesione (v.) alla Comunità.
Esaminando la richiesta la Comunità individuò tre ordini di problemi: economici, istituzionali e politici. L’economia maltese, infatti, si fondava su piccolissime aziende ed il settore pubblico impiegava circa il 40% della forza lavoro. Il principale problema politico, invece, era che i partiti rimanevano sostanzialmente divisi sulla partecipazione di Malta ed in una situazione del genere sembrava difficile che si potesse aggregare quel consenso indispensabile per intraprendere le riforme necessarie. Inoltre la Costituzione dichiara che Malta è uno Stato neutrale che persegue attivamente la pace, che attua una politica di non allineamento e rifiuta di partecipare ad ogni alleanza militare. Una modifica della Costituzione, in vista della completa adesione, avrebbe necessitato di un consenso molto ampio (due terzi della Camera) che, all’epoca, era improbabile raggiungere. Il procedimento non ebbe comunque alcun seguito ed i rapporti con la Comunità continuarono ad essere regolati sulla base del precedente accordo di associazione.
Ciò almeno fino all’ottobre 1996 quando il partito laburista, ritenendo più proficuo stabilire una sorta di partenariato contrattuale con l’Europa piuttosto che aderire formalmente, ritirò la candidatura.
Nel settembre 1998 un nuovo capovolgimento politico porta al potere il partito nazionalista che, a nemmeno un mese dalla sua vittoria, decide di accelerare il processo di adesione riattivando formalmente la domanda congelata nel 1996.
Sulla base della valutazione positiva dei progressi compiuti dal governo maltese, il Consiglio europeo, riunito ad Helsinki il 10 e 11 dicembre 1999, ha deciso di convocare una conferenza intergovernativa bilaterale nel febbraio 2000, per avviare i negoziati sulle condizioni per l’adesione di Malta all’Unione.
Nel 1964 l’isola conquistò l’indipendenza dal dominio britannico e nel 1974 fu proclamata la repubblica. Il paese, che è rimasto membro del Commonwealth, fa parte anche dell’ONU (v.) e del >Consiglio d’Europa (v.) ed ha preso parte alla Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa (v. CSCE).
Nel 1970 Malta stipulò un accordo di associazione (v.) con la Comunità, che precludeva ad un ingresso a pieno titolo nell’arco di pochi anni. L’accordo fu tuttavia congelato dal governo laburista insediatosi nel 1971 e particolarmente restio al progetto comunitario.
Il partito nazionalista, più favorevole ad un ingresso nella Comunità e al potere dal 1987, decise di inoltrare il 16 luglio 1990 una vera e propria istanza di adesione (v.) alla Comunità.
Esaminando la richiesta la Comunità individuò tre ordini di problemi: economici, istituzionali e politici. L’economia maltese, infatti, si fondava su piccolissime aziende ed il settore pubblico impiegava circa il 40% della forza lavoro. Il principale problema politico, invece, era che i partiti rimanevano sostanzialmente divisi sulla partecipazione di Malta ed in una situazione del genere sembrava difficile che si potesse aggregare quel consenso indispensabile per intraprendere le riforme necessarie. Inoltre la Costituzione dichiara che Malta è uno Stato neutrale che persegue attivamente la pace, che attua una politica di non allineamento e rifiuta di partecipare ad ogni alleanza militare. Una modifica della Costituzione, in vista della completa adesione, avrebbe necessitato di un consenso molto ampio (due terzi della Camera) che, all’epoca, era improbabile raggiungere. Il procedimento non ebbe comunque alcun seguito ed i rapporti con la Comunità continuarono ad essere regolati sulla base del precedente accordo di associazione.
Ciò almeno fino all’ottobre 1996 quando il partito laburista, ritenendo più proficuo stabilire una sorta di partenariato contrattuale con l’Europa piuttosto che aderire formalmente, ritirò la candidatura.
Nel settembre 1998 un nuovo capovolgimento politico porta al potere il partito nazionalista che, a nemmeno un mese dalla sua vittoria, decide di accelerare il processo di adesione riattivando formalmente la domanda congelata nel 1996.
Sulla base della valutazione positiva dei progressi compiuti dal governo maltese, il Consiglio europeo, riunito ad Helsinki il 10 e 11 dicembre 1999, ha deciso di convocare una conferenza intergovernativa bilaterale nel febbraio 2000, per avviare i negoziati sulle condizioni per l’adesione di Malta all’Unione.