Lettonia
Lettonia
Annessa all’URSS nel 1940, è uno dei primi Stati a liberarsi dal potere sovietico; nel 1991, infatti, fu proclamata l’indipendenza e subito dopo fu adottata la nuova costituzione (che in realtà richiamava quella in vigore prima dell’annessione).
Il sistema politico democratico che si è stabilito in Lettonia dopo l’agosto 1991 è stato fondamentale per l’avvio di quel processo di riforme che ha consentito al paese di procedere speditamente verso l’integrazione.
I progressi nel campo legislativo hanno contribuito a rafforzare le capacità amministrative del Paese, che ha oggi un PIL in rapida crescita ed una inflazione tra le più basse tra gli Stati che hanno presentato domanda di adesione.
Il processo di privatizzazione è stato completato al 95% ed oltre due terzi del PIL è generato dall’impresa privata.
Lo Stato baltico ha firmato l’accordo europeo (v.) il 12 giugno 1995, e nello stesso anno ha presentato domanda di adesione (v.) all’Unione europea.
La richiesta è stata esaminata dalla Commissione (insieme a tutte le altre domande finora presentate) nell’Agenda 2000 (v.). Qui si rileva che la Lettonia ha assolto in anticipo importanti obblighi connessi agli accordi europei, anche se deve ancora compiere notevoli sforzi per poter adottare la parte principale dell’acquis communautaire (v.) a medio termine.
Molti ritardi sono ancora presenti nel processo di adeguamento delle strutture amministrative e nel recepimento della legislazione comunitaria in materia ambientale ed agricola.
Per questi motivi la Lettonia è stata esclusa dal primo gruppo di Stati che dovranno aderire all’Unione, anche se sono stati intensificati i rapporti commerciali e politici attraverso la cd. strategia di preadesione rafforzata (v.).
I buoni risultati ottenuti nel processo di adattamento agli standard comunitari ha comunque consentito alla Lettonia di rientrare nel secondo gruppo di Stati con cui sono stati avviati i negoziati bilaterali di adesione, nel febbraio 2000, secondo le indicazioni emerse dal documento finale del Consiglio europeo di Helsinki del dicembre 1999.
Nel frattempo è entrato in vigore (1° febbraio 1998) l’accordo europeo ed è iniziata una nuova fase nei rapporti tra la Lettonia e l’Unione europea. L’accordo, infatti, ribadisce la piena partecipazione della Lettonia al processo di integrazione europeo in termini politici, economici e commerciali e costituisce una nuova struttura per il dialogo politico tra le parti.
Inoltre l’accordo stabilisce la graduale realizzazione di una zona di libero scambio per i prodotti industriali tra Lettonia ed Unione europea, e getta le basi per una cooperazione economica, finanziaria, culturale e sociale con la Comunità.
Nell’accordo è contenuta la regolamentazione di quattro libertà fondamentali: la libertà di movimento dei beni con una speciale disciplina per i prodotti tessili, agricoli ed ittici; il libero movimento dei lavoratori; il libero movimento dei servizi e quello dei capitali.
Annessa all’URSS nel 1940, è uno dei primi Stati a liberarsi dal potere sovietico; nel 1991, infatti, fu proclamata l’indipendenza e subito dopo fu adottata la nuova costituzione (che in realtà richiamava quella in vigore prima dell’annessione).
Il sistema politico democratico che si è stabilito in Lettonia dopo l’agosto 1991 è stato fondamentale per l’avvio di quel processo di riforme che ha consentito al paese di procedere speditamente verso l’integrazione.
I progressi nel campo legislativo hanno contribuito a rafforzare le capacità amministrative del Paese, che ha oggi un PIL in rapida crescita ed una inflazione tra le più basse tra gli Stati che hanno presentato domanda di adesione.
Il processo di privatizzazione è stato completato al 95% ed oltre due terzi del PIL è generato dall’impresa privata.
Lo Stato baltico ha firmato l’accordo europeo (v.) il 12 giugno 1995, e nello stesso anno ha presentato domanda di adesione (v.) all’Unione europea.
La richiesta è stata esaminata dalla Commissione (insieme a tutte le altre domande finora presentate) nell’Agenda 2000 (v.). Qui si rileva che la Lettonia ha assolto in anticipo importanti obblighi connessi agli accordi europei, anche se deve ancora compiere notevoli sforzi per poter adottare la parte principale dell’acquis communautaire (v.) a medio termine.
Molti ritardi sono ancora presenti nel processo di adeguamento delle strutture amministrative e nel recepimento della legislazione comunitaria in materia ambientale ed agricola.
Per questi motivi la Lettonia è stata esclusa dal primo gruppo di Stati che dovranno aderire all’Unione, anche se sono stati intensificati i rapporti commerciali e politici attraverso la cd. strategia di preadesione rafforzata (v.).
I buoni risultati ottenuti nel processo di adattamento agli standard comunitari ha comunque consentito alla Lettonia di rientrare nel secondo gruppo di Stati con cui sono stati avviati i negoziati bilaterali di adesione, nel febbraio 2000, secondo le indicazioni emerse dal documento finale del Consiglio europeo di Helsinki del dicembre 1999.
Nel frattempo è entrato in vigore (1° febbraio 1998) l’accordo europeo ed è iniziata una nuova fase nei rapporti tra la Lettonia e l’Unione europea. L’accordo, infatti, ribadisce la piena partecipazione della Lettonia al processo di integrazione europeo in termini politici, economici e commerciali e costituisce una nuova struttura per il dialogo politico tra le parti.
Inoltre l’accordo stabilisce la graduale realizzazione di una zona di libero scambio per i prodotti industriali tra Lettonia ed Unione europea, e getta le basi per una cooperazione economica, finanziaria, culturale e sociale con la Comunità.
Nell’accordo è contenuta la regolamentazione di quattro libertà fondamentali: la libertà di movimento dei beni con una speciale disciplina per i prodotti tessili, agricoli ed ittici; il libero movimento dei lavoratori; il libero movimento dei servizi e quello dei capitali.