Islanda
Islanda
Con l’occupazione inglese del maggio 1940 terminò il lungo periodo di sovranità della Danimarca sull’Islanda cominciato nel 1380. Nel luglio del 1941 gli statunitensi vi stabilirono importanti basi aeronavali ed il 17 giugno 1944 sostennero la proclamazione della repubblica indipendente.
L’Islanda beneficiò degli aiuti del piano Marshall (v.) che le consentirono una certa ripresa economica e aderì nel 1949 alla NATO (v.).
Durante il periodo del dopoguerra il paese dovette affrontare essenzialmente due questioni: una relativa ai rapporti con i paesi del nord Europa e l’altra concernente i diritti di pesca nell’Atlantico.
Riguardo al primo problema l’Islanda decise di concludere nel 1953 accordi commerciali con l’URSS, allontanandosi gradualmente dalla sfera d’influenza americana. Rafforzò, quindi, i rapporti con Danimarca, Svezia, Norvegia e Finlandia attraverso gli accordi di cooperazione firmati nel 1962, ed entrò a far parte dell’EFTA (v.) nel 1970.
Molto più complessa risultò la questione sui diritti di pesca che portò il paese ad un continuo scontro con la Gran Bretagna, scontro che conobbe fasi alterne e che portò addirittura alla rottura delle relazioni diplomatiche fra i due paesi nel 1976.
Le relazioni con la Gran Bretagna furono recuperate grazie alla mediazione della Norvegia e ad un accordo firmato il 1° giugno 1976. Attualmente il mercato inglese è uno dei maggiori acquirenti dei prodotti ittici islandesi che rappresentano, a loro volta, i tre quarti delle esportazioni del paese.
L’Islanda, pur così geograficamente lontana dal resto del continente, è tuttavia pienamente inserita nel contesto delle relazioni politiche ed economiche europee, in quanto membro del >Consiglio d’Europa (v.) oltre che del Consiglio nordico (v.).
Sebbene non manchi in Islanda qualche parere favorevole ad un suo ingresso nell’Unione europea, non è in previsione al momento alcuna domanda di adesione (v.), a meno che non si trovi il modo di salvaguardare l’industria nazionale della pesca, vero pilastro dell’economia islandese.
In questo contesto è però da evidenziare l’adesione dell’Islanda, in qualità di membro associato, alla Convenzione di Schengen (v.) e alla conseguente creazione di un’area di libera circolazione in Europa che coinvolge anche Stati non aderenti all’Unione (l’altro membro associato è la Norvegia).
Con l’occupazione inglese del maggio 1940 terminò il lungo periodo di sovranità della Danimarca sull’Islanda cominciato nel 1380. Nel luglio del 1941 gli statunitensi vi stabilirono importanti basi aeronavali ed il 17 giugno 1944 sostennero la proclamazione della repubblica indipendente.
L’Islanda beneficiò degli aiuti del piano Marshall (v.) che le consentirono una certa ripresa economica e aderì nel 1949 alla NATO (v.).
Durante il periodo del dopoguerra il paese dovette affrontare essenzialmente due questioni: una relativa ai rapporti con i paesi del nord Europa e l’altra concernente i diritti di pesca nell’Atlantico.
Riguardo al primo problema l’Islanda decise di concludere nel 1953 accordi commerciali con l’URSS, allontanandosi gradualmente dalla sfera d’influenza americana. Rafforzò, quindi, i rapporti con Danimarca, Svezia, Norvegia e Finlandia attraverso gli accordi di cooperazione firmati nel 1962, ed entrò a far parte dell’EFTA (v.) nel 1970.
Molto più complessa risultò la questione sui diritti di pesca che portò il paese ad un continuo scontro con la Gran Bretagna, scontro che conobbe fasi alterne e che portò addirittura alla rottura delle relazioni diplomatiche fra i due paesi nel 1976.
Le relazioni con la Gran Bretagna furono recuperate grazie alla mediazione della Norvegia e ad un accordo firmato il 1° giugno 1976. Attualmente il mercato inglese è uno dei maggiori acquirenti dei prodotti ittici islandesi che rappresentano, a loro volta, i tre quarti delle esportazioni del paese.
L’Islanda, pur così geograficamente lontana dal resto del continente, è tuttavia pienamente inserita nel contesto delle relazioni politiche ed economiche europee, in quanto membro del >Consiglio d’Europa (v.) oltre che del Consiglio nordico (v.).
Sebbene non manchi in Islanda qualche parere favorevole ad un suo ingresso nell’Unione europea, non è in previsione al momento alcuna domanda di adesione (v.), a meno che non si trovi il modo di salvaguardare l’industria nazionale della pesca, vero pilastro dell’economia islandese.
In questo contesto è però da evidenziare l’adesione dell’Islanda, in qualità di membro associato, alla Convenzione di Schengen (v.) e alla conseguente creazione di un’area di libera circolazione in Europa che coinvolge anche Stati non aderenti all’Unione (l’altro membro associato è la Norvegia).