Irlanda
Irlanda
Con gli accordi di pace stipulati nel 1920 la Gran Bretagna impose la divisione dell’Irlanda in due parti: 6 contee dell’Ulster a maggioranza protestante e 26 contee cattoliche che, attraverso l’elezione di due parlamenti distinti, avrebbero legiferato nelle rispettive aree di competenza, ma sempre sotto il controllo britannico. Soltanto nel 1949 le 26 contee del sud, dopo l’uscita del paese dal Commonwealth, si resero completamente autonome e fu proclamata ufficialmente la nascita della Repubblica d’Irlanda (EIRE), anche se i successivi sviluppi storici restarono strettamente legati a quelli del Regno Unito. Non a caso i veti francesi all’ingresso di quest’ultimo Stato bloccarono anche l’Irlanda, che poté ufficialmente aderire soltanto nei primi anni ’70, insieme al Regno Unito e alla Danimarca.
Il trattato di adesione (v.) venne sottoposto a referendum (v.) nel maggio 1972 e la consultazione si chiuse con una vittoria schiacciante dei voti favorevoli, aprendo la strada all’ingresso ufficiale nella Comunità a partire dal 1° gennaio 1973.
Si possono segnalare due avvenimenti che, in qualche modo, hanno costituito momenti critici lungo il cammino dell’Irlanda verso l’integrazione.
Il primo è rappresentato dal referendum tenutosi nel maggio 1987, con il quale l’Irlanda ha deciso di rimanere estranea a tutte le alleanze militari.
Lo stretto legame con il Regno Unito ha inoltre portato l’Irlanda ad opporsi a tutte le politiche intraprese per favorire la libera circolazione delle persone, in particolare al rifiuto di firmare la Convenzione di Schengen (v.), volontà successivamente ribadita in occasione della firma del Trattato di Amsterdam (v.) che ha provveduto alla comunitarizzazione (v.) delle disposizione di Schengen.
Dove, invece, l’Irlanda si è resa maggiormente indipendente dall’ex potenza coloniale è in materia economica e finanziaria. All’epoca della sua adesione l’Irlanda era infatti uno degli Stati più poveri del continente europeo; dopo circa 30 anni, grazie ad un sapiente utilizzo dei fondi comunitari e all’intensificarsi del commercio intracomunitario, presenta tassi di sviluppo tra i più elevati di tutti gli Stati europei. Per questo motivo, discostandosi dalla posizione inglese, l’Irlanda ha deciso di aderire da subito alla moneta unica, volontà confermata anche durante il vertice del 2 maggio 1998 nel corso del quale sono stati scelti gli Stati che partecipano all’euro (v.).
• Abitanti: 3,5 milioni
• Superficie: 70.283 km2
• Capitale: Dublino
• Forma di Governo: repubblica parlamentare
• Lingue ufficiali: irlandese, inglese
• Moneta: sterlina irlandese
• Tasso di conversione con l’euro: 0,787564
• Tasso di conversione con l’euro: 2458,555
• Membro delle Comunità : dal 1973
• Membri eletti al Parlamento Europeo: 15
• Membri della Commissione: 1 (David Byrne)
• Membri del Comitato economico e sociale: 9
• Membri del Comitato delle Regioni: 9
• Peso dei voti in Consiglio: 3
Vedi figura.
Con gli accordi di pace stipulati nel 1920 la Gran Bretagna impose la divisione dell’Irlanda in due parti: 6 contee dell’Ulster a maggioranza protestante e 26 contee cattoliche che, attraverso l’elezione di due parlamenti distinti, avrebbero legiferato nelle rispettive aree di competenza, ma sempre sotto il controllo britannico. Soltanto nel 1949 le 26 contee del sud, dopo l’uscita del paese dal Commonwealth, si resero completamente autonome e fu proclamata ufficialmente la nascita della Repubblica d’Irlanda (EIRE), anche se i successivi sviluppi storici restarono strettamente legati a quelli del Regno Unito. Non a caso i veti francesi all’ingresso di quest’ultimo Stato bloccarono anche l’Irlanda, che poté ufficialmente aderire soltanto nei primi anni ’70, insieme al Regno Unito e alla Danimarca.
Il trattato di adesione (v.) venne sottoposto a referendum (v.) nel maggio 1972 e la consultazione si chiuse con una vittoria schiacciante dei voti favorevoli, aprendo la strada all’ingresso ufficiale nella Comunità a partire dal 1° gennaio 1973.
Si possono segnalare due avvenimenti che, in qualche modo, hanno costituito momenti critici lungo il cammino dell’Irlanda verso l’integrazione.
Il primo è rappresentato dal referendum tenutosi nel maggio 1987, con il quale l’Irlanda ha deciso di rimanere estranea a tutte le alleanze militari.
Lo stretto legame con il Regno Unito ha inoltre portato l’Irlanda ad opporsi a tutte le politiche intraprese per favorire la libera circolazione delle persone, in particolare al rifiuto di firmare la Convenzione di Schengen (v.), volontà successivamente ribadita in occasione della firma del Trattato di Amsterdam (v.) che ha provveduto alla comunitarizzazione (v.) delle disposizione di Schengen.
Dove, invece, l’Irlanda si è resa maggiormente indipendente dall’ex potenza coloniale è in materia economica e finanziaria. All’epoca della sua adesione l’Irlanda era infatti uno degli Stati più poveri del continente europeo; dopo circa 30 anni, grazie ad un sapiente utilizzo dei fondi comunitari e all’intensificarsi del commercio intracomunitario, presenta tassi di sviluppo tra i più elevati di tutti gli Stati europei. Per questo motivo, discostandosi dalla posizione inglese, l’Irlanda ha deciso di aderire da subito alla moneta unica, volontà confermata anche durante il vertice del 2 maggio 1998 nel corso del quale sono stati scelti gli Stati che partecipano all’euro (v.).
• Abitanti: 3,5 milioni
• Superficie: 70.283 km2
• Capitale: Dublino
• Forma di Governo: repubblica parlamentare
• Lingue ufficiali: irlandese, inglese
• Moneta: sterlina irlandese
• Tasso di conversione con l’euro: 0,787564
• Tasso di conversione con l’euro: 2458,555
• Membro delle Comunità : dal 1973
• Membri eletti al Parlamento Europeo: 15
• Membri della Commissione: 1 (David Byrne)
• Membri del Comitato economico e sociale: 9
• Membri del Comitato delle Regioni: 9
• Peso dei voti in Consiglio: 3
Vedi figura.