Formazione professionale continua
Formazione professionale continua art.150 Trattato CE; Decisione 2 aprile 1963, n.63/266/CEE
Il settore della formazione professionale permanente è oggetto di numerose azioni della Comunità, soprattutto di sostegno e di orientamento delle politiche nazionali in materia. Il Consiglio, nella decisione (v.) del 2 aprile 1963, ha stabilito i principi generali per l’attuazione di una politica della formazione professionale (v.) individuando nella necessità di sviluppare e migliorare la qualità delle risorse umane attraverso programmi di riqualificazione, uno degli elementi essenziali per la crescita della competitività dell’economia comunitaria. In applicazione di questo principio, ripreso nella Carta comunitaria dei diritti sociali fondamentali dei lavoratori (v.), è stato istituito, nel 1975, il Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale (v.CEDEFOP), per facilitare la raccolta e la diffusione di informazioni e lo scambio di esperienze a livello comunitario. L’accesso alla formazione professionale permanente, tema costantemente affrontato dalle parti sociali (v.) nell’ambito del dialogo sociale (v.), ha ispirato i contenuti della raccomandazione (v.) del Consiglio del 30 giugno 1993. In essa si invitano gli Stati membri ad orientare le loro politiche di formazione professionale all’incentivazione, soprattutto all’interno delle piccole e medie imprese (v.PMI), di programmi di riqualificazione dei lavoratori di concerto con la Commissione e con l’ausilio degli organismi comunitari predisposti a tale scopo; si invita, inoltre, la Commissione a preparare una relazione che illustri i progressi compiuti dagli Stati membri in applicazione delle raccomandazioni del Consiglio. La relazione, presentata il 30 aprile 1997, ha evidenziato che molte sono le difficoltà di accesso alla formazione continua. Vengono, quindi, individuati tre orientamenti d’azione per ridurre il divario tra le attese dei cittadini e le possibilità concrete offerte loro:
— stabilire di concerto con le parti sociali condizioni comuni per l’accesso alla formazione professionale continua;
— formulare una vera e propria strategia per mettere a disposizione degli interessati una quadro informativo completo e aggiornato in materia;
— favorire lo scambio tra le aziende delle nuove tecniche di organizzazione del lavoro.
Il settore della formazione professionale permanente è oggetto di numerose azioni della Comunità, soprattutto di sostegno e di orientamento delle politiche nazionali in materia. Il Consiglio, nella decisione (v.) del 2 aprile 1963, ha stabilito i principi generali per l’attuazione di una politica della formazione professionale (v.) individuando nella necessità di sviluppare e migliorare la qualità delle risorse umane attraverso programmi di riqualificazione, uno degli elementi essenziali per la crescita della competitività dell’economia comunitaria. In applicazione di questo principio, ripreso nella Carta comunitaria dei diritti sociali fondamentali dei lavoratori (v.), è stato istituito, nel 1975, il Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale (v.CEDEFOP), per facilitare la raccolta e la diffusione di informazioni e lo scambio di esperienze a livello comunitario. L’accesso alla formazione professionale permanente, tema costantemente affrontato dalle parti sociali (v.) nell’ambito del dialogo sociale (v.), ha ispirato i contenuti della raccomandazione (v.) del Consiglio del 30 giugno 1993. In essa si invitano gli Stati membri ad orientare le loro politiche di formazione professionale all’incentivazione, soprattutto all’interno delle piccole e medie imprese (v.PMI), di programmi di riqualificazione dei lavoratori di concerto con la Commissione e con l’ausilio degli organismi comunitari predisposti a tale scopo; si invita, inoltre, la Commissione a preparare una relazione che illustri i progressi compiuti dagli Stati membri in applicazione delle raccomandazioni del Consiglio. La relazione, presentata il 30 aprile 1997, ha evidenziato che molte sono le difficoltà di accesso alla formazione continua. Vengono, quindi, individuati tre orientamenti d’azione per ridurre il divario tra le attese dei cittadini e le possibilità concrete offerte loro:
— stabilire di concerto con le parti sociali condizioni comuni per l’accesso alla formazione professionale continua;
— formulare una vera e propria strategia per mettere a disposizione degli interessati una quadro informativo completo e aggiornato in materia;
— favorire lo scambio tra le aziende delle nuove tecniche di organizzazione del lavoro.