Federalisti

Federalisti

Insieme ai funzionalisti (v.) e ai confederalisti (v.) è una delle correnti di pensiero che si sono confrontate nel corso degli anni sull’evoluzione del processo di integrazione europeo; il loro obiettivo è quello di creare uno Stato federale europeo che, pur rispettando le singole identità nazionali, fosse in grado di instaurare una vera coesione tra i popoli europei ed evitare in futuro il ripetersi dei conflitti che fino ad allora avevano ridotto il continente europeo ad un campo di battaglia.
Pur nella diversità di sfumature, l’idea di fondo dei federalisti europei era quella di “scavalcare” lo Stato nazionale, ritenuto il principale fattore di attrito che aveva portato a due sanguinose guerre mondiali, attraverso l’istituzione di una autorità politica dotata di poteri gerarchicamente sovraordinati a quelli dei singoli Stati membri; in pratica si trattava di istituire un’organizzazione più vicina al modello di uno Stato federale (v. Federalismo) che non un organismo internazionale che ricalcasse il classico modello della cooperazione intergovernativa (v.). Chiaramente gli organismi comuni (federali) avrebbero dovuto essere espressione dei popoli europei (attraverso l’elezione a suffragio universale) e non dei governi nazionali.
L’idea federalista si rivelò ben presto irrealizzabile e nell’ambito del dibattito sull’integrazione europea prevalse alla fine la tesi dei funzionalisti, che in realtà può essere vista come una soluzione intermedia tra i sostenitori della semplice cooperazione e quelli che propugnavano l’istituzione di uno Stato federale. D’altra parte l’integrazione settoriale propria dei funzionalisti rappresenta un avvicinamento per tappe verso gli Stati Uniti d’Europa; la sempre più estesa cooperazione in ambiti non strettamente economici inaugurata negli ultimi anni ha sicuramente risvolti politici e sociali che lasciano presagire un’evoluzione in senso federale dell’Unione europea.
Uno dei più importanti risultati ottenuti dai federalisti europei è il >progetto di Trattato sull’Unione europea (v.) approvato dal Parlamento europeo nel 1984 e frutto del lavoro svolto dal movimento federalista europeo guidato da Altiero Spinelli (v.); anche se dopo l’approvazione del Parlamento il progetto non ebbe più seguito, molte delle proposte contenute in quel testo sono state riprese nel Trattato di Maastricht (v.). Quest’ultimo trattato è forse la dimostrazione più evidente della continua tensione verso la costruzione di uno Stato veramente federale e le remore degli Stati membri a cedere parte della loro sovranità in determinati settori. La costruzione di un’Unione europea fondata su tre pilastri (v. >Pilastri dell’Unione europea) è, infatti, il riflesso della volontà di proseguire verso una cooperazione sempre più stretta in determinati campi (quelli del primo pilastro) mentre per il secondo ed il terzo pilastro gli Stati restano fermamente ancorati alla procedura di cooperazione intergovernativa (v.). Solo la soluzione di questa contraddizione potrà portare ad una costruzione realmente di tipo federale.