Danimarca
Danimarca
La Danimarca entrò a far parte della Comunità europea, insieme al Regno Unito e all’Irlanda, il 1° gennaio 1973, in seguito ad un referendum (v.) in cui si mostrò favorevole il 63,3% della popolazione.
In realtà il suo ingresso nella Comunità fu dettato da motivi di natura prevalentemente economica e dai rapporti commerciali che la legavano al Regno Unito.
Tuttavia una crescente ostilità nei confronti della Comunità cominciò ad emergere nella seconda metà degli anni ’80, quando la minaccia di una limitazione alle libertà danesi si accompagnò ad un periodo di instabilità politica.
Nel febbraio 1986 fu necessario il ricorso ad un referendum per la ratifica (v.) dell’Atto unico europeo (v. AUE), poiché il Parlamento danese aveva rifiutato di ratificarlo a causa dell’eccessivo potere che conferiva al Parlamento europeo.
Il 2 giugno 1992 l’elettorato danese bocciò il Trattato di Maastricht (v.), malgrado il Parlamento danese lo avesse precedentemente approvato. Dopo aver ottenuto delle deroghe (v. Opting out) si è deciso per una seconda consultazione referendaria.
Il Consiglio europeo di Edimburgo del dicembre 1992 ha infatti riconosciuto la decisione danese di non partecipare alla terza fase (v.) della unione economica e monetaria (v. UEM), come pure la volontà di non essere coinvolta nella politica di difesa comune (v.) e il diritto di introdurre o mantenere provvedimenti più rigorosi in merito alla politica sociale (v.) alla protezione dei consumatori e all’ambiente.
Il secondo referendum per la ratifica del Trattato di Maastricht ha avuto luogo nel maggio 1993 ed ha ottenuto il 56,8% dei voti favorevoli.
Esito positivo ha dato anche il quinto referendum sull’Europa della storia della Danimarca: il 28 maggio 1998 la ratifica del Trattato di Amsterdam (v.) è passata con il 55,1% dei suffragi espressi.
Avvalendosi della deroga concessa nel 1992, e nonostante il pieno rispetto dei criteri di convergenza (v.), la Danimarca ha deciso di non partecipare all’ultima fase dell’unione monetaria e quindi non fa parte degli Stati che hanno adottato l’euro (v.). Tuttavia il governo si è adoperato affinché la corona danese entrasse a far parte del nuovo meccanismo di cambio dello SME-2 (v.), adottando una banda di oscillazione del ± 2.25% rispetto all’euro.
Nel 1996, inoltre, la Danimarca ha aderito alla Convenzione di Schengen (v.), in seguito alla soluzione del problema legato all’esistenza di un precedente accordo (l’Unione nordica) che prevedeva la soppressione dei controlli alle frontiere con l’Islanda e la Norvegia, Stati che non fanno parte dell’Unione europea.
• Abitanti: 5,1 milioni
• Superficie: 43.092 km2
• Capitale: Copenaghen
• Forma di Governo: monarchia costituzionale
• Lingua ufficiale: danese
• Moneta: corona danese
• Membro delle Comunità: dal 1973
• Membri eletti al Parlamento Europeo: 16
• Membri della Commissione: 1 (Poul Nielson)
• Membri del Comitato economico e sociale: 9
• Membri del Comitato delle Regioni: 9
• Peso dei voti in Consiglio: 3
Vedi figura.
La Danimarca entrò a far parte della Comunità europea, insieme al Regno Unito e all’Irlanda, il 1° gennaio 1973, in seguito ad un referendum (v.) in cui si mostrò favorevole il 63,3% della popolazione.
In realtà il suo ingresso nella Comunità fu dettato da motivi di natura prevalentemente economica e dai rapporti commerciali che la legavano al Regno Unito.
Tuttavia una crescente ostilità nei confronti della Comunità cominciò ad emergere nella seconda metà degli anni ’80, quando la minaccia di una limitazione alle libertà danesi si accompagnò ad un periodo di instabilità politica.
Nel febbraio 1986 fu necessario il ricorso ad un referendum per la ratifica (v.) dell’Atto unico europeo (v. AUE), poiché il Parlamento danese aveva rifiutato di ratificarlo a causa dell’eccessivo potere che conferiva al Parlamento europeo.
Il 2 giugno 1992 l’elettorato danese bocciò il Trattato di Maastricht (v.), malgrado il Parlamento danese lo avesse precedentemente approvato. Dopo aver ottenuto delle deroghe (v. Opting out) si è deciso per una seconda consultazione referendaria.
Il Consiglio europeo di Edimburgo del dicembre 1992 ha infatti riconosciuto la decisione danese di non partecipare alla terza fase (v.) della unione economica e monetaria (v. UEM), come pure la volontà di non essere coinvolta nella politica di difesa comune (v.) e il diritto di introdurre o mantenere provvedimenti più rigorosi in merito alla politica sociale (v.) alla protezione dei consumatori e all’ambiente.
Il secondo referendum per la ratifica del Trattato di Maastricht ha avuto luogo nel maggio 1993 ed ha ottenuto il 56,8% dei voti favorevoli.
Esito positivo ha dato anche il quinto referendum sull’Europa della storia della Danimarca: il 28 maggio 1998 la ratifica del Trattato di Amsterdam (v.) è passata con il 55,1% dei suffragi espressi.
Avvalendosi della deroga concessa nel 1992, e nonostante il pieno rispetto dei criteri di convergenza (v.), la Danimarca ha deciso di non partecipare all’ultima fase dell’unione monetaria e quindi non fa parte degli Stati che hanno adottato l’euro (v.). Tuttavia il governo si è adoperato affinché la corona danese entrasse a far parte del nuovo meccanismo di cambio dello SME-2 (v.), adottando una banda di oscillazione del ± 2.25% rispetto all’euro.
Nel 1996, inoltre, la Danimarca ha aderito alla Convenzione di Schengen (v.), in seguito alla soluzione del problema legato all’esistenza di un precedente accordo (l’Unione nordica) che prevedeva la soppressione dei controlli alle frontiere con l’Islanda e la Norvegia, Stati che non fanno parte dell’Unione europea.
• Abitanti: 5,1 milioni
• Superficie: 43.092 km2
• Capitale: Copenaghen
• Forma di Governo: monarchia costituzionale
• Lingua ufficiale: danese
• Moneta: corona danese
• Membro delle Comunità: dal 1973
• Membri eletti al Parlamento Europeo: 16
• Membri della Commissione: 1 (Poul Nielson)
• Membri del Comitato economico e sociale: 9
• Membri del Comitato delle Regioni: 9
• Peso dei voti in Consiglio: 3
Vedi figura.