Conferenza di Messina
Conferenza di Messina
Incontro tenutosi a Messina il 1° giugno 1955 tra i ministri degli esteri dei paesi membri della CECA (v.), nel corso del quale vennero delineate le tappe del processo d’integrazione europea prendendo come base due campi che si consideravano interdipendenti, quello del mercato comune e quello dell’energia nucleare.
Dopo travagliate vicende si sarebbe poi giunti all’accoglimento di due progetti relativi rispettivamente all’uno ed all’altro dei due campi. Venne deciso, inoltre, di costituire un Comitato di delegati governativi, presieduto dal ministro degli esteri belga Paul Henry Spaak (v.), con il compito di esaminare, perfezionare e trasformare in strumenti concreti le direttive e le idee scaturite dalla conferenza (v. Rapporto Spaak).
In sostanza, a Messina si abbandonò la precedente politica d’integrazione europea per settori (cui restava fedele soltanto la Francia) e si cominciò ad operare in vista della cd. integrazione orizzontale, cioè l’unione economica dell’Europa nel suo insieme da realizzare mediante la creazione di un mercato comune in cui avrebbero avuto libera circolazione i vari fattori della produzione (lavoro, capitali, merci e servizi).
Incontro tenutosi a Messina il 1° giugno 1955 tra i ministri degli esteri dei paesi membri della CECA (v.), nel corso del quale vennero delineate le tappe del processo d’integrazione europea prendendo come base due campi che si consideravano interdipendenti, quello del mercato comune e quello dell’energia nucleare.
Dopo travagliate vicende si sarebbe poi giunti all’accoglimento di due progetti relativi rispettivamente all’uno ed all’altro dei due campi. Venne deciso, inoltre, di costituire un Comitato di delegati governativi, presieduto dal ministro degli esteri belga Paul Henry Spaak (v.), con il compito di esaminare, perfezionare e trasformare in strumenti concreti le direttive e le idee scaturite dalla conferenza (v. Rapporto Spaak).
In sostanza, a Messina si abbandonò la precedente politica d’integrazione europea per settori (cui restava fedele soltanto la Francia) e si cominciò ad operare in vista della cd. integrazione orizzontale, cioè l’unione economica dell’Europa nel suo insieme da realizzare mediante la creazione di un mercato comune in cui avrebbero avuto libera circolazione i vari fattori della produzione (lavoro, capitali, merci e servizi).