Carta di Parigi
Carta di Parigi
Approvata il 21 novembre 1990 nell’ambito della Conferenza per la sicurezza e la cooperazione in Europa (v. CSCE) rappresenta un documento storico sul futuro del continente europeo.
Tale documento “sancisce la fine della guerra fredda e della logica dei blocchi contrapposti” proclamando l’inizio di “una nuova era di democrazia, pace e unità”, nell’intento di superare gli squilibri economici, di risolvere il grave problema delle minoranze etniche e di salvaguardare l’ambiente naturale dall’indiscriminata industrializzazione e cementificazione.
La Carta di Parigi è divisa in due sezioni.
La prima sezione è intitolata: “Una nuova era di democrazia, pace e unità” ed è divisa in sei paragrafi:
— diritti dell’uomo, democrazia e stato di diritto, dove viene riconosciuto ad ogni persona il diritto della libertà di pensiero, coscienza, religione o credo, espressione, associazione, e dove è bandito l’uso della tortura;
— libertà economica e responsabilità, in cui si intravede l’obiettivo comune di sviluppare economie di mercato per una crescita economica costante, un’equa utilizzazione delle risorse economiche etc.;
— relazioni amichevoli tra Stati partecipanti, in cui viene sancita la necessità di approntare rapporti amichevoli e politiche di cooperazione tra i paesi, nonché il definitivo allontanamento dell’incubo del conflitto armato;
— sicurezza, ove si legge che i paesi della CSCE riconoscono la piena libertà degli Stati di determinare i propri assetti di sicurezza;
— unità, in cui viene sancita la definitiva unità del popolo tedesco da prendere a modello per una Europa più unita e più democratica;
— la CSCE e il mondo, dove viene evidenziata l’importanza dell’ONU (v.) ed il necessario suo potenziamento.
La seconda sezione intitolata “Orientamenti per il futuro” è suddivisa nei seguenti paragrafi:
— dimensione umana, ove viene affrontato il problema dei diritti umani e delle minoranze nazionali;
— sicurezza, ove da un lato viene sancito l’impegno a proseguire i negoziati fino al 1992, mentre dall’altro viene ribadita la decisione di cooperare per la difesa delle istituzioni democratiche;
— cooperazione economica, ove è contenuta una serie di presupposti necessari alla cooperazione economica globale: l’incoraggiamento dell’iniziativa privata, l’accrescimento dell’interscambio etc.;
— mediterraneo, ove viene ribadito lo sforzo da perseguire affinché possa rafforzarsi la sicurezza e la cooperazione nel Mediterraneo quale fattore di rilievo per la stabilità in Europa.
Approvata il 21 novembre 1990 nell’ambito della Conferenza per la sicurezza e la cooperazione in Europa (v. CSCE) rappresenta un documento storico sul futuro del continente europeo.
Tale documento “sancisce la fine della guerra fredda e della logica dei blocchi contrapposti” proclamando l’inizio di “una nuova era di democrazia, pace e unità”, nell’intento di superare gli squilibri economici, di risolvere il grave problema delle minoranze etniche e di salvaguardare l’ambiente naturale dall’indiscriminata industrializzazione e cementificazione.
La Carta di Parigi è divisa in due sezioni.
La prima sezione è intitolata: “Una nuova era di democrazia, pace e unità” ed è divisa in sei paragrafi:
— diritti dell’uomo, democrazia e stato di diritto, dove viene riconosciuto ad ogni persona il diritto della libertà di pensiero, coscienza, religione o credo, espressione, associazione, e dove è bandito l’uso della tortura;
— libertà economica e responsabilità, in cui si intravede l’obiettivo comune di sviluppare economie di mercato per una crescita economica costante, un’equa utilizzazione delle risorse economiche etc.;
— relazioni amichevoli tra Stati partecipanti, in cui viene sancita la necessità di approntare rapporti amichevoli e politiche di cooperazione tra i paesi, nonché il definitivo allontanamento dell’incubo del conflitto armato;
— sicurezza, ove si legge che i paesi della CSCE riconoscono la piena libertà degli Stati di determinare i propri assetti di sicurezza;
— unità, in cui viene sancita la definitiva unità del popolo tedesco da prendere a modello per una Europa più unita e più democratica;
— la CSCE e il mondo, dove viene evidenziata l’importanza dell’ONU (v.) ed il necessario suo potenziamento.
La seconda sezione intitolata “Orientamenti per il futuro” è suddivisa nei seguenti paragrafi:
— dimensione umana, ove viene affrontato il problema dei diritti umani e delle minoranze nazionali;
— sicurezza, ove da un lato viene sancito l’impegno a proseguire i negoziati fino al 1992, mentre dall’altro viene ribadita la decisione di cooperare per la difesa delle istituzioni democratiche;
— cooperazione economica, ove è contenuta una serie di presupposti necessari alla cooperazione economica globale: l’incoraggiamento dell’iniziativa privata, l’accrescimento dell’interscambio etc.;
— mediterraneo, ove viene ribadito lo sforzo da perseguire affinché possa rafforzarsi la sicurezza e la cooperazione nel Mediterraneo quale fattore di rilievo per la stabilità in Europa.