Briand Aristide
Briand Aristide (Nantes 1862 - Parigi 1932)
Leader socialista francese della Terza Repubblica, e più volte primo ministro e ministro degli affari esteri, è stato tra i primi a proporre, alla Società delle Nazioni il 5 settembre 1929, quello che egli chiamava “un sistema di unione federale europea”.
I membri della Società delle Nazioni acconsentirono a discutere della proposta e il 17 maggio 1930 il governo francese elaborò un memorandum che spiegava nei dettagli il progetto di unione federale europea.
Tale progetto non ebbe, tuttavia, alcun seguito, a causa della diffidenza e dei contrasti sia a livello europeo che internazionale.
Il suo nome è legato anche al Patto stipulato a Parigi il 27 agosto 1928 con il quale per la prima volta gli Stati si impegnavano a rinunciare alla guerra come strumento di politica internazionale. Anche se non fu sufficiente a scongiurare l’esplosione della seconda guerra mondiale, esso costituisce comunque uno dei primi documenti volti a bandire il ricorso all’uso della forza come strumento di rivoluzione delle controversie internazionali.
Leader socialista francese della Terza Repubblica, e più volte primo ministro e ministro degli affari esteri, è stato tra i primi a proporre, alla Società delle Nazioni il 5 settembre 1929, quello che egli chiamava “un sistema di unione federale europea”.
I membri della Società delle Nazioni acconsentirono a discutere della proposta e il 17 maggio 1930 il governo francese elaborò un memorandum che spiegava nei dettagli il progetto di unione federale europea.
Tale progetto non ebbe, tuttavia, alcun seguito, a causa della diffidenza e dei contrasti sia a livello europeo che internazionale.
Il suo nome è legato anche al Patto stipulato a Parigi il 27 agosto 1928 con il quale per la prima volta gli Stati si impegnavano a rinunciare alla guerra come strumento di politica internazionale. Anche se non fu sufficiente a scongiurare l’esplosione della seconda guerra mondiale, esso costituisce comunque uno dei primi documenti volti a bandire il ricorso all’uso della forza come strumento di rivoluzione delle controversie internazionali.