Ampliamento

Ampliamento

Termine con il quale si indica la progressiva estensione territoriale della Comunità attraverso l’adesione (v.) di nuovi Stati membri.
Il problema dell’ampliamento della Comunità ha assunto un rilievo particolare a partire dagli anni ’90. La fine della guerra fredda e la caduta del muro di Berlino hanno difatti messo fine alla perplessità che i paesi neutrali come l’Austria, la Finlandia e la Svezia avevano in merito all’allineamento con i paesi dell’Europa occidentale. Così per i paesi dell’ex blocco comunista la Comunità rappresentava ormai l’unico polo di stabilità politica ed economica del continente europeo. Furono pertanto presentate alla Comunità 16 nuove domande di adesione.
La prospettiva di un ampliamento a 28 Stati ripropose immediatamente il problema delle riforme istituzionali. I processi decisionali previsti dai trattati, già difficili in un’Europa a 12, rischiavano infatti di paralizzare completamente l’attività di un’Europa allargata.
In questo contesto sorse la disputa nota come approfondimento (v.) contro ampliamento a causa della innegabile difficoltà di conciliare le due esigenze. Alcuni paesi, come la Germania e il Regno Unito, sostenevano che l’allargamento della Comunità costituiva un imperativo politico e che il consolidamento dell’integrazione comunitaria attraverso l’estensione della sfera delle autorità della Comunità ed il rafforzamento delle istituzioni poteva essere rinviata.
Altri affermavano, invece, che l’ampliamento avrebbe reso la Comunità istituzionalmente ingovernabile e che l’approfondimento avrebbe dovuto precedere o comunque procedere di pari passo alle nuove adesioni.
La posizione della Germania, in particolare, era dettata da motivi essenzialmente economici, data la sua preminenza come partner commerciale di tutti i paesi Peco (v.).
Il processo di ampliamento della Comunità è proseguito con l’adesione di Austria, Finlandia e Svezia il 1° gennaio del 1995. Nel dicembre dello stesso anno il Consiglio europeo (v.) di Madrid ha stabilito un calendario unico per l’avvio dei negoziati di adesione di tutti i paesi dell’Europa centro orientale, mentre le modalità concrete di avvio dei negoziati sono state fissate dal Consiglio europeo di Lussemburgo del dicembre 1997.
Nell’aprile 1998 sono così cominciati i negoziati bilaterali e separati per l’adesione di Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovenia, Estonia e Cipro.
Nell’ambito del Consiglio europeo di Helsinki del 10 e 11 dicembre 1999, invece, è stato deciso di convocare conferenze intergovernative bilaterali nel febbraio 2000 per avviare negoziati con Romania, Slovacchia, Lettonia, Lituania, Bulgaria e Malta sulle condizioni della loro adesione all’Unione. Nella stessa sede si è anche deciso di accogliere la Turchia tra gli Stati candidati all’adesione e di convocare una conferenza intergovernativa che esamini, entro la fine del 2000, le riforme istituzionali necessarie in vista dell’ampliamento.