Pragmatismo
Pragmatismo (gr. pragma, fatto)
Il (—) è un movimento filosofico sorto negli Usa alla fine dell’Ottocento. La sua tesi fondamentale è che un concetto è valido (e quindi deve essere scelto) non per un astratto criterio di verità, ma se si dimostra utile per la vita dell’individuo e della società.
Nel saggio Come rendere chiare le nostre idee (1878), il filosofo statunitense C. S. Peirce (1839-1914) — che per primo utilizzò il termine «pragmatism» — sostenne che il pensiero ha la funzione di produrre «credenze», regole di azione che la filosofia deve analizzarle in base ai loro effetti sul comportamento degli uomini.
Un altro filosofo statunitense, W. James (1842-1910), riprese la tesi di Peirce e diede al (—) una diffusione mondiale.
Anche J. Dewey (1859-1952), uno dei maggiori filosofi del Novecento e autore tra l’altro di Democrazia ed educazione (1916), aderì al (—). Egli sostenne che è possibile valutare una determinata conoscenza sulla base della capacità che questa ha di migliorare la situazione esistente. Considerò la storia come progresso e ritenne l’educazione il metodo fondamentale per costruire una società sempre più democratica.
Il (—) è orientato verso il futuro: una dottrina è valida non perché è stata sperimentata nel passato, ma quando è utile per il futuro (per la vita morale, la società, la scienza).
Il (—) è un movimento filosofico sorto negli Usa alla fine dell’Ottocento. La sua tesi fondamentale è che un concetto è valido (e quindi deve essere scelto) non per un astratto criterio di verità, ma se si dimostra utile per la vita dell’individuo e della società.
Nel saggio Come rendere chiare le nostre idee (1878), il filosofo statunitense C. S. Peirce (1839-1914) — che per primo utilizzò il termine «pragmatism» — sostenne che il pensiero ha la funzione di produrre «credenze», regole di azione che la filosofia deve analizzarle in base ai loro effetti sul comportamento degli uomini.
Un altro filosofo statunitense, W. James (1842-1910), riprese la tesi di Peirce e diede al (—) una diffusione mondiale.
Anche J. Dewey (1859-1952), uno dei maggiori filosofi del Novecento e autore tra l’altro di Democrazia ed educazione (1916), aderì al (—). Egli sostenne che è possibile valutare una determinata conoscenza sulla base della capacità che questa ha di migliorare la situazione esistente. Considerò la storia come progresso e ritenne l’educazione il metodo fondamentale per costruire una società sempre più democratica.
Il (—) è orientato verso il futuro: una dottrina è valida non perché è stata sperimentata nel passato, ma quando è utile per il futuro (per la vita morale, la società, la scienza).