Ontologia

Ontologia (gr. tò òn, ciò che è)

Termine introdotto nel sec. XVII per indicare la scienza dell’essere in generale, ossia la scienza che studia i caratteri necessari dell’essere e distinguerle dalla scienza di Dio (o teologia).
Aristotele
aveva assegnato la ricerca sull’«essere in quanto tale» unitamente alla ricerca su Dio, alla «filosofia prima» (poi denominata metafisica).
Il filosofo tedesco Christian Wolff (1679-1754), invece, nell’opera Philosophia prima, seu Ontologia (1729) evidenziò la peculiarità dell’(—), intendendola come «metafisica generale», preliminare rispetto alle «metafisiche speciali» (psicologia razionale, cosmologia razionale e teologia razionale).
Ispirandosi ai fondamentali principi di non contraddizione e di ragion sufficiente, l’(—) studia una serie di coppie di concetti, quali ad es. qualità-quantità, singolarità-universalità, identità-diversità, causa-effetto, tutto-parte ecc.
Kant
, pur rifiutando la metafisica tradizionale (considerata dogmatica), affermò l’esigenza di una «ontologia critica», relativa ai principi razionali puri della conoscenza ed ai principi necessari della condotta.
Edmund Husserl (1859-1938) propose di applicare alla ricerca fenomenologia le «ontologie regionali» ossia le scienze filosofiche particolari aventi ad oggetto l’individuazione degli elementi strutturali delle varie «regioni» dell’essere.
Secondo Martin Heidegger (1889-1976) l’analisi esistenziale si è limitata ad esplorare l’esistenza reale dei singoli esseri, senza svelare l’essenza dell’essere. Quest’ultimo è, secondo il filosofo tedesco, appunto il compito dell’«ontologia universale».