Hegel, Georg Wilhelm Friedrich
Hegel, Georg Wilhelm Friedrich (1770 - 1831)
Filosofo tedesco. Fu profondamente influenzato dai principali avvenimenti storici del suo tempo, quali la Rivoluzione francese (1789) e la reviviscenza nazionalistica tedesca dei primi dell’800.
Insegnò filosofia presso le più prestigiose università tedesche: Jena, Heidelberg e Berlino. Tra i suoi principali scritti politici si annoverano: la Costituzione della Germania (1799-1802), la Fenomenologia dello Spirito (1806-1807), l’Enciclopedia delle scienze filosofiche (1817) e i Lineamenti della filosofia del diritto (1821).
Il suo pensiero fu la più alta manifestazione dell’idealismo. Per (—), infatti, il principio della realtà è l’Idea, ossia il principio supremo in cui «tutto è uno» e da cui tutto deriva, attraverso un procedimento dialettico. Per (—) non esiste realtà senza il pensiero e i singoli elementi che si distinguono del reale non sono altro che una manifestazione dell’Idea.
Anche la Storia, che ha inizio con la creazione dello Stato, non è altro che la realtà stessa dell’Idea, nel suo concretarsi razionale ed oggettivo. Come la logica descrive il processo ideale dello Spirito, così la Storia ne descrive il processo reale, che si attua in una data dimensione spaziale e temporale.
Nella Storia, intesa come continua evoluzione di una civiltà universale, il ruolo predominante è assunto dalle culture nazionali, mosse da uno spirito comune che opera attraverso gli individui. Nel pensiero di (—), l’uomo perde la propria individualità, integrandosi nella collettività e subordinandosi completamente allo Stato. A quest’ultimo spetta il compito di vanificare gli effetti deleteri dei conflitti tra le volontà individuali. La concordanza tra gli interessi particolari e la volontà collettiva si realizza nelle legge, espressione della volontà razionale, promanante da uno Stato autoritario ma non arbitrario.
Filosofo tedesco. Fu profondamente influenzato dai principali avvenimenti storici del suo tempo, quali la Rivoluzione francese (1789) e la reviviscenza nazionalistica tedesca dei primi dell’800.
Insegnò filosofia presso le più prestigiose università tedesche: Jena, Heidelberg e Berlino. Tra i suoi principali scritti politici si annoverano: la Costituzione della Germania (1799-1802), la Fenomenologia dello Spirito (1806-1807), l’Enciclopedia delle scienze filosofiche (1817) e i Lineamenti della filosofia del diritto (1821).
Il suo pensiero fu la più alta manifestazione dell’idealismo. Per (—), infatti, il principio della realtà è l’Idea, ossia il principio supremo in cui «tutto è uno» e da cui tutto deriva, attraverso un procedimento dialettico. Per (—) non esiste realtà senza il pensiero e i singoli elementi che si distinguono del reale non sono altro che una manifestazione dell’Idea.
Anche la Storia, che ha inizio con la creazione dello Stato, non è altro che la realtà stessa dell’Idea, nel suo concretarsi razionale ed oggettivo. Come la logica descrive il processo ideale dello Spirito, così la Storia ne descrive il processo reale, che si attua in una data dimensione spaziale e temporale.
Nella Storia, intesa come continua evoluzione di una civiltà universale, il ruolo predominante è assunto dalle culture nazionali, mosse da uno spirito comune che opera attraverso gli individui. Nel pensiero di (—), l’uomo perde la propria individualità, integrandosi nella collettività e subordinandosi completamente allo Stato. A quest’ultimo spetta il compito di vanificare gli effetti deleteri dei conflitti tra le volontà individuali. La concordanza tra gli interessi particolari e la volontà collettiva si realizza nelle legge, espressione della volontà razionale, promanante da uno Stato autoritario ma non arbitrario.