Gruppo sociale
Gruppo sociale
È un insieme ristretto di individui che si relazionano sulla base di interessi, di valori [vedi Valore] e di caratteristiche comuni.
L’interesse delle scienze sociali per il (—) ebbe inizio con gli studi di E. Durkheim (1858-1917) il quale, abbandonando la tradizionale concezione della società come realtà oggettiva superindividuale e non riducibile a mera somma di individui e gruppi, individuò invece proprio nei gruppi le autonome cellule in cui la società si diversifica.
Ebbero quindi inizio gli studi sui piccoli gruppi, al fine di individuare, analizzare e classificare i meccanismi di inserimento delle diverse minoranze (linguistiche, religiose, ideologiche) all’interno della società.
Il sociologo statunitense W.G. Summer (1840-1910) distinse tra in-groups (o gruppi interni o gruppi «del noi») e out-groups (o gruppi esterni o gruppi «del loro»). I gruppi interni si caratterizzano per essere composti da membri accomunati da un medesimo senso di identificazione, che li induce a considerare tutti gli altri come esterni.
R.K. Merton (1910) distinse tra (—) di appartenenza e (—) di riferimento. Il (—) di appartenenza influenza direttamente lo stile di vita dei propri membri, i quali improntano i propri comportamenti ai valori imposti dal gruppo stesso.
Il (—) di riferimento è invece una categoria che influenza indirettamente l’agire degli individui, in quanto questi ultimi, pur non appartenendo al gruppo, fanno ad esso riferimento per le loro scelte.
Un’altra distinzione viene attuata tra gruppi primari e secondari. Nei gruppi primari gli individui sono legati al gruppo da rapporti di forte immedesimazione e gratificazione. Nei gruppi secondari i membri sono legati da un comune interesse, da una medesima ideologia politica o dagli stessi valori religiosi ma non avvertono sentimenti di gratificazione.
È un insieme ristretto di individui che si relazionano sulla base di interessi, di valori [vedi Valore] e di caratteristiche comuni.
L’interesse delle scienze sociali per il (—) ebbe inizio con gli studi di E. Durkheim (1858-1917) il quale, abbandonando la tradizionale concezione della società come realtà oggettiva superindividuale e non riducibile a mera somma di individui e gruppi, individuò invece proprio nei gruppi le autonome cellule in cui la società si diversifica.
Ebbero quindi inizio gli studi sui piccoli gruppi, al fine di individuare, analizzare e classificare i meccanismi di inserimento delle diverse minoranze (linguistiche, religiose, ideologiche) all’interno della società.
Il sociologo statunitense W.G. Summer (1840-1910) distinse tra in-groups (o gruppi interni o gruppi «del noi») e out-groups (o gruppi esterni o gruppi «del loro»). I gruppi interni si caratterizzano per essere composti da membri accomunati da un medesimo senso di identificazione, che li induce a considerare tutti gli altri come esterni.
R.K. Merton (1910) distinse tra (—) di appartenenza e (—) di riferimento. Il (—) di appartenenza influenza direttamente lo stile di vita dei propri membri, i quali improntano i propri comportamenti ai valori imposti dal gruppo stesso.
Il (—) di riferimento è invece una categoria che influenza indirettamente l’agire degli individui, in quanto questi ultimi, pur non appartenendo al gruppo, fanno ad esso riferimento per le loro scelte.
Un’altra distinzione viene attuata tra gruppi primari e secondari. Nei gruppi primari gli individui sono legati al gruppo da rapporti di forte immedesimazione e gratificazione. Nei gruppi secondari i membri sono legati da un comune interesse, da una medesima ideologia politica o dagli stessi valori religiosi ma non avvertono sentimenti di gratificazione.